Economia più Green, ecco perché i mercati apprezzano il ritorno di Lula in Brasile

La svolta “rossa” avvenuta negli ultimi mesi in Sud America si è completata con il ritorno al timone del Brasile di Ignazio Lula Da Silva.
L’ex sindacalista ha ottenuto – prima volta nella storia del Paese – il suo terzo mandato presidenziale, ed entrerà in carica il prossimo gennaio. Aggiungiamo con piena soddisfazione dei mercati, che guardano soprattutto alla prospettiva di una economia più verde nel paese sudamericano.

Lula e l’economia

brasile lula economiaNon c’è dubbio che uno dei terreni più importanti dello scontro con l’ex presidente Bolsonaro sia stato quello dell’economia. I mercati hanno fatto capire subito da che parte stavano. Ma perché così tanta disponibilità nei confronti dell’ex guerrigliero?

Innanzitutto perché Lula è stato protagonista di uno dei capitoli più floridi dell’economia brasiliana. I precedenti di governo tra il 2003 è il 2010 hanno segnato passi importanti. Inoltre nonostante i tempi di crisi, quella brasiliana rimane una delle economie più robuste tra le emergenti.

Più consumi e svolta verde

Il cambio al timone significa probabilmente ripresa dei consumi, dal momento che Ignazio Lula è intenzionato ad anticipare alcuni programmi anti-povertà, ed anche rilanciare un piano straordinario per l’educazione.
Quello che piace di più ai mercati però è la svolta sul piano della politica ambientale. Ricordiamo che il Brasile è il sesto Paese al mondo per emissioni di anidride carbonica.
Bolsonaro era stato osteggiatore dei programmi di conservazione ambientale dell’Amazzonia, distruggendo ogni sforzo per ridurre la deforestazione e spingere la grande nazione latina verso la transizione ecologica. Bolsonaro ha attivamente accelerato il collasso climatico globale, considerato ogni lotto quanto vale nella bilancia carbonica globale. Lula invece si pone come un fautore della svolta verde, anche se strada facendo il suo programma è diventato un po’ meno ambizioso rispetto al punto di partenza.

Mercati

Questo significa che si potrebbe aprire la prospettiva di una stagione di investimenti ESG, con fulcro sull’energia verde e sulle rinnovabili.
La performance aggiustata per il rischio dei prodotti azionari “green” è stata superiore agli altri fondi comuni fino all’invasione da parte della Russia. Poi il wedge del mercato ha cambiato rotta, e c’è stata una inversione di rotta, e tali fondi stanno sottoperformando il mercato. Ma il potenziale resta forte, e proprio il recente indebolimento potrebbe favorire ingressi a prezzi molto interessanti.