Claudio Descalzi (Eni): “Transizione tema complesso da affrontare in maniera ampia e condivisa”

Sognare un futuro sempre più sostenibile e pulito non basta. Crederci è il passo successivo, ma è il fare che cambia realmente le cose. A dirlo è Claudio Descalzi, AD di Eni, ospite della settima edizione dei Mediterranean Dialogues promossi dalla Farnesina.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: “Decarbonizzazione? Non basta solo sognare o credere, ma agire”

Nati nel 2015 da un’iniziativa congiunta tra Ministero Italiano degli Esteri e l’Istituto per gli studi di politica internazionale, i Mediterranean Dialogues rappresentano un’occasione unica per leader politici, imprenditori, accademici ed esponenti di Ong di discutere dei temi che riguardano l’area del Mediterraneo. Al centro dell’ultima edizione, tenutasi a Roma, argomenti quali i conflitti nello Yemen, la gestione dei migranti e l’ambiente. L’ultima giornata dell’evento è stata dedicata all’energia e in particolare alle sfide della transizione. Tra i protagonisti Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, che si è soffermato sul processo di decarbonizzazione dei Paesi coinvolti. Il cambio di paradigma energetico è un fenomeno altamente complesso, ha spiegato il manager sul palco. “Bisogna essere sì ‘believers’, ma non solo dei ‘dreamers’ – ha dichiarato Claudio DescalziBisogna credere nelle cose, ma non basta sognarle. Vuol dire che fra chi crede e chi sogna c’è anche la parte pratica: le cose devono essere fatte, non si può solo parlarne. E questo vale anche per il processo di decarbonizzazione”.

Claudio Descalzi: “Continente africano produce solo 3% della CO2, Paesi ricchi devono confrontarsi”

Tra gli argomenti discussi durante l’evento organizzato da Farnesina e Ispi anche il ruolo dei Paesi africani nella decarbonizzazione dell’area mediterranea. “Sono state avanzate ipotesi riguardanti la possibilità e la necessità di cambiare l’energy mix. Si chiede all’Africa di decarbonizzarsi, ma i Paesi africani producono solo il 3% delle emissioni di CO2 a livello mondiale – ha commentato Claudio Descalzi, che ha aggiunto – Sono i Paesi più ricchi, che ne producono molte di più, a doversi interrogare”. Ma ancora più importante, conclude il manager, è pensare al futuro senza però vivere nel futuro. Bisogna dunque convivere e trattare anche con il passato: “Si parla di duecento anni di sistemi energetici. Ecco cosa vuol dire non essere ‘sognatori’: se voglio parlare del futuro, sono numerosi i temi legati alla sicurezza, alla società e a fatti pratici del quotidiano che devono per forza essere considerati”. L’aumento dei prezzi di gas e petrolio, causato dalla domanda ancora alta ma da pochi investimenti, è un esempio degli effetti della transizione. “È un problema che deve essere osservato e affrontato in maniera ampia – è il monito di Claudio Descalzie non solo dal settore privato ma anche dalle istituzioni e da tutti gli stakeholder coinvolti, in primis comunità e cittadini. Questo processo storico di cambiamento – conclude – ha bisogno della giusta informazione, di approfondimenti. Va bene semplificare, ma i temi sul tavolo sono troppo importanti per parlarne in maniera superficiale o tramite slogan. Il rischio è prendere delle strade che non sono quelle corrette”.