WINE DESIGN, il design del vino

Qualche anno fa arrivarono da noi due cugini che desideravano dar nuovo lustro ai loro due prodotti, “Primo” e “Quinto Canto” con etichette vecchie e cariche di immagini riguardanti la Divina Commedia.

Ecco come ci siamo mossi.

Il primo passo è andato nella direzione della Camera di Commercio Europea per vedere la validità dei due nomi.

La parola “Canto”, già registrata da un loro concorrente, poteva essere fortemente contestabile. Pericoloso spenderla su nuove bottiglie con nuovo investimento in immagine e promozione marketing.

Consci che al mercato di questi due vini non andasse cambiato il nome, abbiamo consigliato, e poi concordato con i clienti, che i due nomi venissero fusi in una parola sola, sorretti da una immagine a forte impatto capace di sopperire alla mancanza del termine staccato ”Canto”.

I nuovi vini ora si chiamano “PrimoCanto” e “QuintoCanto” e la loro registrazione, presso l’ufficio Brevetti e Marchi, comprende l’intera etichetta in un figurativo per non innescare rivendicazioni di qualsiasi tipo.

Traendo dai disegni di Gustave Doré abbiamo puntato anche noi sulla Divina Commedia, naturalmente con riferimento al primo e quinto canto. Non più nel fronte etichetta, ma nella retro, in modo da mantenere un legame forte con le etichette precedenti e rimarcare il concetto di Canto della Divina.

Sulla fronte ora, un diavoletto e un piccolo Cerbero neri con piccoli tratti laccati di rosso vivo danno  una nota di colore all’etichetta. Si tratta di un piccolo punto eye-catching per distinguere le due bottiglie una volta messe sullo scaffale e rimarcare il riferimento all’opera di Dante Alighieri.

Uno studio di design serio per il mondo del vino, un vero conoscitore del mercato per immagini del wine and food, sa che tutto ciò non basta: non fa la vera differenza tra milioni di etichette di vino in commercio.

Un etichetta priva di storia da raccontare, senza un tocco originale e personale non solo non é una piccola opera d’arte, ma rischia di banalizzare, tanto quanto lo era prima, un prodotto che invece merita di essere promosso e acquistato.

Abbiamo, quindi, richiesto ad uno dei due cugini, all’enologo tra i due, la sua impronta del pollice destro. L’abbiamo aperta e stampata su tutta la larghezza dell’etichetta.

Da allora i due titolari della Cantina posso raccontare le loro etichette, all’incirca, in questo modo: «Vedi, il Primo e il Quinto Canto della Divina ci hanno da sempre affascinato e incuriosito tanto da averli voluti rappresentare con i nostri vini. L’ impronta, in argento lamina, dell’enologo, che vedi ai lati dei disegni in etichetta, riporta ad un duplice significato: il suo imprimatur, naturalmente, ma anche, a guardar bene, le volute di questa impronta ricordano i filari dei nostri vigneti presi dall’alto. In questi frammenti d’argento noi, porgendovi la bottiglia, ci rispecchiamo e firmiamo i nostri due prodotti di punta».

Non basta l’Italian Style, occorre l’Italian Genio, vero??