Vittorio Sgarbi introduce Roberta Camerino nel suo libro “Schegge di R” , in cui ci parla di sua madre, la signora della moda italiana

A pochi anni dalla scomparsa di sua madre, Roberta Camerino ha deciso di scrivere “Schegge di R”: un diario che aveva iniziato quando la madre era ancora in vita e nel quale ripercorre tra racconti e memorie, una storia lunga ed intensa con la sincerità dell’esperienza di essere una “figlia d’arte”. L’introduzione al volume è di Vittorio Sgarbi: “ Il volto sorridente di Roberta appariva sui rotocalchi come quello della signora dell’eleganza, ed era così popolare che era come vederlo in televisione…”. La figlia della stilista racconta che sua madre aveva foto con tutti tranne che con lei. Ha pochi ricordi legati all’infanzia perché la madre era molto assente per lavoro ed era sua padre ad occuparsi di lei principalmente. Nonostante ciò prevale l’ammirazione per la figura materna che definisce “carismatica”. Roberta chiarisce l’origine dei nomi di famiglia. All’anagrafe la stilista era Giuliana Coen, coniugata Camerino. Il marchio di moda è : Roberta di Camerino: nome e cognome della figlia con in mezzo il “di” che faceva aristocratico. Ci svela che sua madre era autoritaria, sia con lei che era cresciuta lavorando nell’azienda, sia con i suoi dipendenti che la adoravano. Ricorda che era: “ Una donna capace di lavorare 48 ore e poi andare a ballare, senza sentire stanchezza”. L’autrice racconta una madre “geniale, vulcanica, prepotente, narcisista, divertente, provocatoria”, in tante piccole tessere che se ricomposte e unite formano il mosaico esistenziale della stilista veneziana. L’azienda Roberta di Camerino è stata venduta nel 2008 ad un gruppo straniero, ma Roberta Camerino, assieme alla figlia Tessa non ha abbandonato il mondo della moda. Il suo desiderio è di lanciare un suo marchio: “Dadai”, nomignolo con cui la nipotina chiama Babbo Natale.