Venerdì 8 Febbraio, una calorosa accoglienza, è stata riservata a Bruno Vespa, ospite al Festival Artistico Letterario “Cultura Milano.it” per commentare le attuali vicende socio politiche del Paese e raccontarne la storia passata, che influisce sul presente e sul futuro, tematiche affrontate nel suo libro, di recente pubblicazione “Il palazzo e la piazza” (Mondadori). “Cultura Milano.it” è organizzata da Salvo Nugnes, Direttore di Agenzia Promoter e si svolge presso la “Milano Art Gallery Spazio Culturale” in Via Alessi 11, a Milano. Gli incontri sono ad ingresso libero, allo scopo di rendere la cultura accessibile a tutti e coinvolgono illustri personaggi, come Francesco Alberoni, Vittorio Sgarbi, Margherita Hack, Antonino Zichichi, Umberto Veronesi e Corrado Augias.
Durante l’evento, a Bruno Vespa è stata conferita la targa di “Mentore dell’informazione” da Salvo Nugnes, che lo ha affiancato in qualità di moderatore, come simbolico riconoscimento, per il prezioso contributo, fornito all’informazione e al giornalismo, in tanti anni di prestigiosa carriera. Di grande simpatia il premio speciale, consegnato dagli inviati di Simona Ventura, che conduce su Sky Cielo, il programma sul calcio “Cielo che gol!” che Vespa ha accolto con scherzosa ironia, definendo il suo libro “Un mattone imperdibile” e prestandosi al gioco di battute, sulle quattrocento pagine, che lo compongono.
Davanti ad un nutrito e attento pubblico, Vespa ha proiettato le sue riflessioni, sui protagonisti di ieri e di oggi, per descrivere gli effetti del grave declino, in corso, partendo dal crollo di Wall Street, del 1929. Per Vespa “Mentre la crisi morde, la disoccupazione cresce, milioni di italiani fanno i salti mortali, per quadrare i bilanci, una legione di giovani si arrabatta, tra precariato e paghette da fame, si scopre che, nel mondo politico, l’impudenza va oltre la leggenda. I casi di Lusito, Bensito, Fiorito e gli altri ancora, dimostrano che, c’è gente inebriata dal messaggio di un’impressionante quantità di soldi pubblici, considerati privati, in quanto partito e che, li ha spesi proprio nel modo migliore, per alimentare la fantasia popolare e armarla di forconi: ostriche, caviale, vacanze nei posti più lussuosi, case. Un disastro. I partiti vacillano e talvolta cadono. L’antipolitica trionfa“.
Vespa, indagando, a fondo, sul malcostume politico e sugli errori pregressi, ritiene che, il 2012 sarà ricordato come l’anno più triste del dopoguerra. L’anno, in cui la crisi economica ha spazzato via certezze consolidate e ha avvolto il futuro in una nebbia fittissima. La frustrazione degli italiani, costretti ad un’austerità, in parte necessaria, ma poco sopportabile, in una tremenda recessione, è diventata ribellione, ora silenziosa, ora gridata nelle piazze, dinanzi alla cecità di un mondo politico, restio a sintonizzarsi, con gli umori della gente, nei tagli ai propri privilegi. Vespa spiega “Gli italiani dovranno imparare un po’ di normalità, dagli altri cittadini europei e i politici uscire dal Palazzo e scendere nella piazza. Per ascoltare e capire“.