L’aumentare delle attività urbane e industriali hanno portato ad un maggiore inquinamento delle acque: proprio per questo prima che i liquidi reflui vengano reintrodotti nell’ambiente è necessario che vengano depurati grazie all’uso di impianti per il trattamento e depurazione acque. Se in passato le acque urbane potevano essere reintrodotte nell’ambiente per via dell’uso di sostanze biodegradabili, adesso non è più così perché contengono dei composti chimici di origine sintetica che difficilmente possono essere smaltiti dalla natura senza danneggiarla o compromettere un ecosistema. Mari, fiumi, laghi potrebbero subire dei danni permanenti poiché non in grado di ricevere e smaltire sostanze inquinanti che sono superiori alla propria capacità auto depurativa.
Il processo di depurazione delle acque reflue consta di due fasi: quella biologica e quella chimica. In queste fasi vengono eliminate tutte le sostanze inquinanti sia solide che batteriche presenti in un liquido, le sostanze di scarto verranno poi ridotte sotto forma di “fango” che prima di essere depositato in una discarica deve anch’esso depurato una volta terminato il primo processo.
Impianti per il trattamento e depurazione acque: quando è consentito il riuso
In alcuni casi, l’acqua depurata può essere riutilizzata ma soltanto in alcuni settori: il riutilizzo delle acque può essere considerato un espediente innovativo che permette di utilizzare in modo responsabile e più razionale le risorse idriche. Infatti, il riciclo piuttosto che lo smaltimento costa molto meno ma a patto che le acque depurate siano impiegate solo nel settore agricolo per l’irrigazione, in campo civile per il lavaggio delle strade, per l’alimentazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e per l’alimentazione delle reti duali di adduzione, in campo industriale per la disponibilità dell’acqua antincendio e per i lavaggi dei cicli termici. Per l’istallazione di impianti di depurazione è necessario rivolgersi a delle aziende specializzate.