Tornare all’esempio e alle parole dei Papi per costruire una vera pace multilaterale

È sbagliato confondere i termini “Europa” e “Occidente”: ma oggi troppi lo fanno, appiattiti sul ritornello rilanciato costantemente dalle voci onnipresenti e pervasive di coloro che gridano “Difendere i valori occidentali”, confondendoli con quei “nuovi diritti” da imporre con tecniche sottilmente totalitarie. E non solo: in questo fronte di confusione troviamo un po’ di tutto, dalla destra neo-con fino appunto alla sinitra liberal-radical-chic. Questa retorica viene usata in questo momento nella narrativa del conflitto in Ucraina per delegittimare chiunque tenti un’analisi più profonda o una comprensione da un’angolazione diversa. Non tutti fortunatamente si arrendono con mente annebbiata, ma cercano di spiegare cosa accade. Franco Cardini, per esempio, nota come molti europei siano stati spinti verso scelte polarizzanti, e per essi l’Atlantico si è rimpicciolito, mentre fra Europa occidentale e Federazione Russa sia stato eretto un muro altissimo e impervio.

Est, Ovest, Atlantico, Europa: quale frontiera?

La frontiera stesa dalla geopolitica mainstream divide l’Europa fra Oriente e Occidente e fa inglobare a quest’ultimo pezzi di quello che Massimo Cacciari ha definito “arcipelago europeo”. E sempre lo storico Cardini sottolinea le altre polarizzazioni imposte dal pensiero unico, come la spaccatura fra atlantisti e sovranisti patrioti. Fu Giovanni Paolo II nel 1978, all’epoca ancora cardinale Wojtyla, che si interrogava sulla unilateralità di coloro che dall’Occidente tendevano a pensare a tutta l’Europa in senso occidentalista. Curioso come sia stato proprio lui a contribuire alla caduta della frontiera rappresentata dalla cortina di ferro. Ma la frontiera papa Giovanni Paolo II la vedeva nel limite esclusivamente geografico posto dalla catena degli Urali: e sempre seguendo la geografia, vedeva l’Europa come penisola del grande continente euroasiatico.

Due polmoni per il nostro continente

Giovanni Paolo II riprese la formula del poeta russo Vjaceslav Ivanov per spiegare la necessità dell’Europa di respirare con due polmoni, quellooccidentale e quello orientale, per essere sé stessa e portare così il suo contributo specifico alla comunità umana. Secondo il professor Giovanni Barberini, docente di Diritto ecclesiastico e canonico all’Università di Perugia, la visione dell’Europa come continente unico dall’Atlantico agli Urali ha rafforzato la rilevanza politica del magistero di Papa Wojtyla man mano che il continente con i suoi popoli e i suoi potenziali strumenti di distruzione si è confrontato con il rischio della guerra nucleare e quindi con l’indifferibile esigenza della pace. Papa Benedetto XVI notò il problema del polmone orientale della “nostra patria Europa” di essere “minato” dall’eccessiva sovrapposizione tra Stato e Chiesa. Papa Francesco, invece, rivolgendosi all’Europarlamento di Strasburgo nel 2014, indicò in un’Europa consapevolmente “unita nelle diversità” il possibile argine all’omologazione, che costituisce la grande tentazione e il grande obiettivo dell’ideologia occidentalista.

Fonte: https://strumentipolitici.it/la-lezione-dei-papi-no-alle-crociate-atlantiche-si-alla-costruzione-della-pace-con-il-multipolarismo/