Intelligenza artificiale e artigiani della casa in crisi, la risposta al calo di occupati e fatturati

Aumento dei costi, riduzione degli incentivi e concorrenza sleale: gli artigiani della casa in Italia cercano soluzioni alla crisi. L’opportunità dell’intelligenza artificiale per la ripresa. 

In una fase di profonda trasformazione del mercato edilizio italiano, c’è una categoria che sta pagando un prezzo particolarmente alto: quella degli artigiani. Molti professionisti del settore, infatti, registrano una significativa diminuzione del lavoro e dei guadagni, stretti tra il rincaro dei costi e la riduzione degli incentivi fiscali, che ha portato a una diminuzione degli investimenti nelle abitazioni del 9,2%. A completare il quadro, la forte concorrenza esercitata dalle grandi catene di bricolage, capaci di offrire prezzi estremamente competitivi, e da operatori irregolari che lavorano al di fuori delle regole.

I NUMERI DELLA CRISI

Secondo l’ultimo rapporto di Confartigianato (ottobre 2024), la situazione per l’artigianato italiano delle riparazioni è allarmante. Il settore, che comprende professionisti come idraulici, elettricisti, falegnami, fabbri e riparatori di elettrodomestici, ha registrato negli ultimi cinque anni un calo medio del fatturato del 17,3%. Un’indagine dell’Osservatorio Permanente sull’Artigianato rileva inoltre che il 67% delle microimprese denuncia crescenti difficoltà nel trovare nuovi clienti, mentre il 73% segnala una continua diminuzione dei margini di guadagno, tra aumento medio degli affitti del 22% e materie prime salite del 31%. 

UN SETTORE IN CERCA DI RILANCIO

Secondo il “Rapporto sulla Digitalizzazione delle Imprese Artigiane 2024” dell’Osservatorio Digitalizzazione PMI, solo il 24% degli artigiani italiani usa strumenti digitali per promuovere i propri servizi, un dato nettamente inferiore alla media europea del 58%. Attualmente, il 63% degli artigiani si affida esclusivamente al passaparola per trovare nuovi clienti. Eppure, lo stesso studio sottolinea che le imprese artigiane che hanno puntato sul digitale hanno visto crescere il fatturato in media del 18,7%, dimostrando quanto la tecnologia sia un fattore cruciale per restare competitivi.

AI E DIGITALE: LE SOLUZIONI PER ACQUISIRE NUOVI CLIENTI

Gli artigiani della casa sono tra i meno minacciati dall’intelligenza artificiale, che può invece diventare un utile supporto. Cheprofessionista.it è la prima piattaforma digitale basata su IA pensata per loro: un’app che semplifica la gestione di appuntamenti, preventivi e contatti con i clienti. “Il nostro team testa ogni giorno i più recenti strumenti di intelligenza artificiale per trasformarli in soluzioni pratiche per gli artigiani” spiega Mariano Carpentieri, fondatore e Direttore Generale di cheprofessionista.it.

L’AI sviluppata li assiste in ogni fase, dalla scelta del cliente alla firma del contratto, permettendo loro di concentrarsi solo sul proprio lavoro, garantendo ai clienti risultati di qualità”. 

Una soluzione che vuole risolvere i principali ostacoli all’adozione di strumenti digitali riportati da oltre la metà (58%) degli intervistati nello stesso Rapporto: mancanza di tempo (41%), scarse competenze tecniche (25%) e insufficienza di risorse economiche da destinare agli investimenti (34%). E lo fa in modo efficace, come confermano gli artigiani che utilizzano la piattaforma. Claudio Nisticò, di Catanzaro, racconta di aver “ottenuto il primo lavoro in meno di un mese, senza perdere tempo”, mentre Marius Oana, di Roma, la definisce la soluzione ideale grazie al “sostegno ricevuto fino alla firma del contratto”. 

La nostra soluzione permette agli artigiani di risparmiare oltre il 30% del tempo dedicato alla gestione dei clienti e di aumentare di circa il 60% le probabilità di concludere con successo le trattative” conclude Carpentieri.

Oggi è più facile per tutti crescere nel settore dei servizi per la casa, ma è fondamentale che anche i piccoli artigiani inizino a usare strumenti digitali per gestire al meglio i propri clienti”. Per questo motivo, l’azienda ha scelto di adottare un modello basato sulle commissioni solo sui lavori realmente affidati, senza costi per i clienti inconcludenti. Modello che sembra essere molto apprezzato dagli artigiani: “un compenso adeguato per un lavoro ben fatto”, commenta Peter Rossi di Prezzo, artigiano edile che condivide la filosofia di attenzione ai dettagli e cura verso il cliente messa in campo da Carpentieri e il suo team.

Anche i numeri confermano il successo del modello: sono oltre 1.500 gli artigiani che fanno parte del network di Cheprofessionista.it, per un totale di oltre 8 milioni di euro di lavori commissionati nel 2024 e 3 milioni solo nel primo quadrimestre del 2025.

Referendum, Travaglini (ProduttivItalia): “Tornare al novecento non serve, occorre un patto per la produttività”

Il flop del referendum è la fotografia più nitida di un cortocircuito tra dibattito politico e realtà economica. A pochi giorni dalla consultazione, che ha registrato un’affluenza minima e una partecipazione pressoché nulla da parte del mondo produttivo, il Centro Studi ProduttivItalia lancia un allarme: “Non possiamo affrontare le trasformazioni del lavoro con strumenti concepiti per un’Italia che non esiste più”.

Questi referendum – spiega Marco Travaglini, Presidente del Centro Studi ProduttivItalia – sono stati pensati con una testa novecentesca. In un mondo del lavoro frastagliato, mobile, segnato da microimprese che faticano a sopravvivere, tornare a logiche ideologiche e punitive serve solo a irrigidire il sistema. Non a generare valore”.

Nel mirino, misure come il ripristino del reintegro obbligatorio per i licenziamenti illegittimi, l’abolizione del tetto alle indennità e la stretta sui contratti a termine. “Siamo sicuri – si chiede Travaglini – che in un Paese dove il 95% delle imprese ha meno di 10 dipendenti, l’urgenza sia caricare ulteriormente queste realtà di vincoli rigidi e rischi legali? Molte di queste aziende fanno fatica persino a versare regolarmente l’IVA, i contributi, il TFR. La questione non è ‘illegittimità’ o ‘tutela’, è sostenibilità economica. E senza valore aggiunto da redistribuire, nessuna regola garantisce la dignità del lavoro”. Secondo il presidente di ProduttivItalia, il fallimento del referendum non è solo elettorale, ma culturale: “Il lavoro non si crea con una crocetta sulla scheda. Non basta fare opposizione a un governo per costruire visioni condivise. È mancata la connessione con la realtà produttiva del Paese. È mancata una proposta su come si genera occupazione di qualità oggi. E soprattutto è mancato un interrogativo fondamentale: da dove nasce davvero il valore economico?

I dati sono chiari. Le micro e piccole imprese occupano il 65% dei lavoratori ma generano appena il 40% del valore aggiunto. Il gap di produttività con la Germania è di oltre 15 punti. “Se non aiutiamo queste imprese ad alzare la loro produttività – conclude Travaglini – resteremo intrappolati in un lavoro povero, precario e improduttivo. E nessuna norma sul reintegro potrà salvarci da questa stagnazione. Serve un nuovo patto sociale, ma non sulle regole astratte del lavoro, serve un patto per la produttività, un’alleanza tra chi produce e chi genera innovazione, tra chi lavora e chi offre competenze. Dobbiamo smettere di trattare le imprese come nemici e iniziare a costruire ponti tra il terziario avanzato e il mondo produttivo”.

Dimensione dà il benvenuto ai clienti di Virgin Fibra con un impegno chiaro: qualità, continuità e trasparenza

Un’operazione strategica che consolida la posizione dell’azienda molisana nel settore dei servizi di connettività, offrendo ai nuovi clienti fibra ottica di ultima generazione

Dimensione, operatore nazionale nel settore delle telecomunicazioni, si è aggiudicata il Ramo d’Azienda relativo ai Clienti di Virgin Fibra S.r.l., Società attiva nella fornitura di servizi FTTH (Fiber To The Home) che, prima della vendita, faceva parte dell’ecosistema Virgin Group, fondato da Sir Richard Branson. L’iniziativa conferma l’impegno di Dimensione di estendere la diffusione dei propri servizi a banda ultra larga a nuovi segmenti di mercato, rafforzando il proprio posizionamento nel settore delle telecomunicazioni. 

Dimensione, dopo l’aggiudicazione del Ramo d’Azienda che comprende il portafoglio Clienti di Virgin Fibra, ha deciso di mantenere le medesime condizioni economiche già in essere per tutti i Clienti, senza nessuna variazione, nel rispetto del principio di trasparenza. L’operazione, seguita dagli avvocati Michele Sansone e Salvatore Di Pardo del foro di Campobasso, è stata coordinata dal Tribunale di Milano. I Clienti interessati dall’operazione continueranno a usufruire della qualità dei servizi attualmente attivi, senza nessuna interruzione, con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente le prestazioni attraverso il know-how di Dimensione.

Questa operazione rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso di crescita di Dimensione“, ha dichiarato Roberto Padulo, Founder e CEO di Dimensione. “Siamo lieti di dare il benvenuto ai nuovi Clienti che potranno usufruire delle nostre connessioni in fibra ottica FTTH di ultima generazione. La nostra missione è accompagnare famiglie, enti e imprese nel processo di digitalizzazione offrendo soluzioni sempre più efficienti e avanzate”.

Ampliare la nostra base Clienti nei segmenti consumer e business, significa moltiplicare le opportunità di crescita attraverso l’erogazione di servizi diversificati, in linea con le esigenze di un mercato in costante evoluzione” ha aggiunto Giuseppe Socci, COO e CTO di Dimensione.

L’esito positivo della procedura di aggiudicazione costituisce una tappa fondamentale della strategia d’impresa perseguita da Dimensione, volta a rispondere in modo efficace alla domanda di connettività di un numero crescente di utenti in aree sempre più estese del Paese.

HR & AI – Le risorse umane non esistono più (così): confronto aperto sul futuro dell’HR nel webinar organizzato da Assodigit

Intelligenza artificiale, nuovi strumenti e modelli culturali al centro del dibattito promosso da Assodigit, insieme a DEGG, Factorial e HVALUES. Appuntamento online giovedì 26 giugno alle ore 11.00 L’intelligenza artificiale sta riscrivendo le regole della gestione delle persone, trasformando radicalmente ruoli, processi e mentalità all’interno delle aziende. Per affrontare questi cambiamenti in modo concreto e … Read more

Il Valore del Dialogo tra Generazioni nell’Impresa del Futuro: SMI Group celebra 10 anni di innovazione nell’ICT

AI, Reverse Mentoring e inclusione: in un evento esclusivo a Roma, SMI Group, prima azienda italiana a ottenere la certificazione per la gestione dei sistemi di intelligenza artificiale secondo ACCREDIA, esplora le opportunità della tecnologia e della collaborazione intergenerazionale

SMI Group, gruppo leader nel settore ICT e prima azienda italiana a ricevere la certificazione per la gestione dei sistemi di intelligenza artificiale secondo ACCREDIA, ha celebrato il 23 maggio all’Hotel Aurelia Antica di Roma il suo 10° anniversario con l’evento “Il Valore del Dialogo tra Generazioni nell’Impresa del Futuro”. Un’occasione unica per discutere le sfide e approfondire le opportunità del Generation Management, la gestione della coesistenza intergenerazionale all’interno delle aziende, messa a fuoco con numeri, analisi e case studies. L’incontro ha visto imprenditori ed esperti del settore riflettere sui modelli di collaborazione intergenerazionale capaci di valorizzare competenze, esperienze e spinte innovative. Tra i relatori, figure di spicco come Rudy Bandiera, Marco Lorusso e i vertici di SMI Group: Cesare Pizzuto (CEO) e Stefano Tiburzi (Co-Founder & COO). Per un confronto su sfide e opportunità da cogliere grazie al digitale, l’evento ha coinvolto i partner tecnologici di SMI Group: Oracle, Opentext, Stormshield e WatchGuard.

Generazioni a confronto: tecnologia, esperienza e innovazione per l’impresa di domani

La convivenza di diverse generazioni all’interno dello stesso ambiente lavorativo, combinata con la rapida evoluzione digitale, rappresenta una sfida complessa ma ricca di opportunità. Un fenomeno particolarmente evidente nel nostro Paese, complice anche l’allungamento dell’età media della popolazione: nel 2025, infatti, per la prima volta nella storia, fino a cinque generazioni condividono lo stesso spazio aziendale, con differenze valoriali e culturali spesso significative, come emerso da una recente ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice in collaborazione con Doxa. In un tale contesto, le imprese che riusciranno a costruire spazi di lavoro inclusivi, valorizzando le competenze di ciascuna generazione e incentivando la cultura digitale, saranno quelle più competitive nel mercato del futuro. 

Questi alcuni dei temi al centro dell’evento organizzato il 23 maggio a Roma, in occasione dei 10 anni di SMI Group: un momento di dibattito tra esperienze e prospettive diverse per ripensare insieme l’impresa del futuro. Dopo un’introduzione sui temi della comunicazione, del cambiamento e della tecnologia a cura dell’autore, formatore e content creator Rudy Bandiera, sono intervenuti Cesare Pizzuto e Stefano Tiburzi, rispettivamente CEO e Co-Founder & COO di SMI Group. 

Il CEO Cesare Pizzuto, nel suo speech dal titolo “Dall’Esperienza all’Innovazione: Un Percorso di Crescita Continuo”, ha riflettuto sul rapporto complesso e stimolante tra generazioni, sottolineando la necessità di ascoltare i giovani. Ha poi presentato la mission di SMI Group, sottolineando l’attenzione del Gruppo alla convivenza intergenerazionale in azienda: «Quest’anno celebriamo con orgoglio i 10 anni di SMI, un traguardo che rappresenta non solo un anniversario, ma un punto di partenza per continuare a crescere. La nostra azienda è nata con una visione chiara: crescere, evolvere e costruire qualcosa che duri nel tempo. Per riuscirci, dobbiamo saper unire esperienza e innovazione. Il dialogo tra generazioni è una risorsa strategica fondamentale, per cui SMI Group si impegna a valorizzare chi ha costruito la nostra storia e, al contempo, dare spazio a chi porta nuove idee. La tecnologia ci aiuta a facilitare questo scambio di conoscenze, creando connessioni e rafforzando la collaborazione fra generazioni all’interno dell’azienda. Guardando al futuro, l’obiettivo è investire nelle persone e nella cultura aziendale, per affrontare insieme il cambiamento e costruire un futuro solido e condiviso». 

Stefano Tiburzi, Co-Founder & COO di SMI Group, è intervenuto sul tema “Costruire un’Eredità Digitale: La Sinergia tra Esperienza e Tecnologia”, proponendo uno spunto poi approfondito nelle successive tavole rotonde: «Festeggiamo dieci anni di cambiamento, crescita e costruzione. In questo percorso abbiamo scoperto che il vero motore dell’innovazione è il dialogo tra generazioni. La collaborazione intergenerazionale non è solo un valore, ma una strategia vincente: è ciò che accade quando un neolaureato con un’idea brillante si confronta con un collega con trent’anni di esperienza. È una sfida che, se affrontata con metodo e apertura, diventa una leva di trasformazione. Ma la tecnologia, da sola, non basta: serve un modello culturale fondato su ascolto, collaborazione e formazione continua. Da qui nascono le nostre Academy, i percorsi di reskilling, il reverse mentoring e i team misti, dove l’esperienza si fonde con l’energia. Solo così possiamo costruire un futuro basato su contaminazione, fiducia e intelligenza collettiva. E possiamo farlo in un solo modo: insieme». 

Cinzia Mingiardi, Chief Marketing Officer di SMI Group, ha commentato: «Oggi celebriamo 10 anni di SMI con due parole che raccontano la nostra visione: futuro e insieme. Crediamo che l’innovazione più potente nasca dall’incontro tra esperienze diverse. Per questo abbiamo scelto di parlare di dialogo tra generazioni. In SMI Group l’innovazione non è solo tecnologica, ma soprattutto umana. Attraverso il reverse mentoring e modelli collaborativi innovativi, valorizziamo l’esperienza dei senior e la creatività dei più giovani. Human-Tech, per noi, significa creare spazi di dialogo continuo, dove la tecnologia collega competenze e prospettive diverse. Questa è la nostra idea di impresa: un ambiente inclusivo e intergenerazionale, in cui il sapere si trasferisce e si rinnova, generando valore».

Sul ruolo della tecnologia nel favorire il dialogo tra generazioni all’interno delle aziende, Marco Lorusso, giornalista specializzato in ambito IT, si è confrontato con i partner tecnologici di SMI Group presenti all’evento. A intervenire sul tema sono stati Gianluca Liparoti, AI Sales Lead for Italy di Oracle, Alessandro Frillocchi, Senior Account Manager di OpenText, Andrea Scattina, Country Manager Italy di Stormshield, e Gioacchino D’Amore, Channel Account Manager di WatchGuard. 

SMI Group e l’intelligenza artificiale: un nuovo traguardo raggiunto

A proposito di nuove tecnologie, il CEO Cesare Pizzuto ha poi annunciato un nuovo traguardo dell’azienda: SMI Group è la prima realtà italiana a essere certificata in base alla norma UNI CEI ISO/IEC 42001:2024, lo standard internazionale per i sistemi di gestione dell’intelligenza artificiale, secondo lo schema ACCREDIA. La certificazione ISO/IEC 42001 è un pilastro per sviluppare, adottare e monitorare sistemi IA in modo responsabile, etico e trasparente. Una svolta cruciale per le organizzazioni pubbliche e private che intendono adottare un approccio sistemico e documentabile alla gestione dell’IA e integrare efficacemente l’IA all’interno dei processi aziendali in modo sostenibile e tracciabile. Grazie alla certificazione, SMI è in grado di sviluppare non solo tecnologie IA fidate, spiegabili e trasparenti, ma può offrire ai propri clienti e partner un’intera architettura organizzativa e procedurale per accompagnarli nello sviluppo e nell’adozione di sistemi di IA affidabili, etici e sostenibili. 

Oltre le differenze: creare valore attraverso il dialogo generazionale

Il primo talk dal titolo “Oltre le differenze: creare valore attraverso il dialogo generazionale”, moderato da Rudy Bandiera, ha invitato gli speaker di Oracle, Opentext, Stormshield e WatchGuard, a confrontarsi su temi quali il rapporto fra competenze senior e nuove competenze digitali e il ruolo della leadership nella gestione delle relazioni intergenerazionali in azienda. Sono stati inoltre presentati alcuni case studies di successo, come le Academy di SMI Group, progetti di formazione continua rivolti a nuove risorse, promossi nell’ottica di collaborazione intergenerazionale all’interno dell’azienda. 

I relatori hanno offerto una panoramica sulla trasformazione del lavoro in ottica intergenerazionale e digitale: dalla necessità di valorizzare il patrimonio informativo aziendale, alle differenze tra generazioni rispetto alle aspettative professionali; dalla trasmissione di competenze tra profili senior e junior, e viceversa (reverse mentoring), ai cambiamenti nei modelli organizzativi interni, segnati dalla coesistenza di persone di età diverse e da modalità di lavoro ibride. Dal panel è emersa la necessità di valorizzare le competenze di ciascuna generazione, sul modello del “DNA generazionale” illustrato da una recente ricerca del Politecnico di Milano: uno strumento che permette di mappare e potenziare le skill distintive di ogni fascia d’età, facilitando la costruzione di team eterogenei ma coesi. 

Human tech, come la tecnologia amplifica il potenziale delle persone

Il secondo talk, dal titolo “Human tech, come la tecnologia amplifica il potenziale delle persone”, moderato da Marco Lorusso, ha esplorato le sfide legate all’integrazione generazionale in azienda, rese più urgenti in un contesto di rapida evoluzione tecnologica. I relatori hanno immaginato strategie per facilitare il trasferimento di competenze tra generazioni, attraverso linguaggi e approcci formativi inclusivi. Particolare attenzione è stata rivolta all’intelligenza artificiale, vista sia come un facilitatore sia come un amplificatore della distanza intergenerazionale in azienda. È emersa, inoltre, la necessità per le imprese di costruire ambienti inclusivi e tecnologicamente all’avanguardia, capaci di gestire team eterogenei e sempre meno legati a un unico luogo di lavoro. La pandemia e lo smart working hanno accelerato questi cambiamenti, richiedendo nuove politiche di inclusione in azienda. 

In chiusura, il panel ha evidenziato come le scelte in ambito digitale siano oggi influenzate da fattori geopolitici e normativi, sottolineando l’importanza di modelli ibridi capaci di reagire all’incertezza internazionale e bilanciare esigenze locali e visione globale. 

La serata si è conclusa con un aperitivo a bordo piscina, seguito da una cena di gala: entrambe occasioni per continuare a scambiarsi idee e prospettive sul valore umano, professionale e sociale del dialogo intergenerazionale nell’impresa di oggi e di domani.

Cyber Security, a Genova arriva il Digital Club Cyber: formazione e networking per Security Manager

Ansaldo Energia ha ospitato una nuova tappa del percorso itinerante formativo e interattivo, un pomeriggio di confronto e tavoli di simulazione rivolto a oltre 50 CISO e Manager della Sicurezza Informatica

Per la prima volta a Genova, presso la sede di Ansaldo Energia, si è tenuto CISO: 27001 – Panel Interattivi, evento di networking e formazione interattiva che ha visto oltre 50 partecipanti, tra cui CISO (Chief Information Security Officer) e Security Manager, confrontarsi sulle strategie utili ad affrontare un incidente informatico. L’evento, che si è svolto il 22 maggio, è stato organizzato dalla community Digital Club / Cyber con la collaborazione di Start – 4.0, in sinergia con aziende leader nel campo della cyber security come HWG Sababa, Exabeam, Infoblox, Proofpoint, Netskope e il patrocinio di ASSOCISO Associazione Nazionale Chief Information Security Officer, AIPSA Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale e Assodigit

L’appuntamento rappresenta la quinta tappa del Roadshow 2025 di Digital Club / Cyber, percorso itinerante che tocca le sedi di importanti aziende distribuite su tutto il territorio nazionale. Il programma prevede incontri formativi e interattivi rivolti a CISO e Security Manager, con l’obiettivo di favorire il confronto tra professionisti del settore e promuovere la cultura della cyber security. I partecipanti si sono confrontati in modo strutturato sulla sicurezza informatica e sulle strategie di difesa contro minacce e attacchi. Il dialogo è stato arricchito dai tavoli di simulazione guidati da Cyber Mentor selezionati tra i più autorevoli CISO e Security Manager italiani, che hanno facilitato la condivisione di best practice e conoscenze professionali all’interno dei gruppi di lavoro.

Cyber Security, l’esempio di Ansaldo Energia e un primo confronto tra esperti

Dopo i saluti del CEO e General Manager di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri, il co-fondatore e Community Manager di Digital Club / Cyber Enrico Benzoni ha aperto i lavori: «A 5 anni dalla nascita, Digital Club / Cyber approda per la prima volta a Genova, dove abbiamo trovato un ambiente estremamente voglioso di confronto e di interazione, come piace a noi della community. Un vero onore portare la cultura della sicurezza informatica su tutto il territorio nazionale, grazie al confronto strutturato tra pari». 

Si è poi svolto un primo panel di confronto tra Ivan Monti, CISO di Ansaldo Energia, Paola Girdinio, Presidente del Centro di Competenza per la Sicurezza delle Infrastrutture Strategiche Digitali Start- 4.0, e Alessio Aceti, CEO di HWG Sababa. Al centro del panel, gli attacchi cyber nel mondo IT, le minacce complesse in campo OT, i cambiamenti apportati dall’impatto dell’intelligenza artificiale la nuova direttiva europea sulla sicurezza informatica NIS 2 (Network and Information Security 2). 

Ivan Monti, CISO di Ansaldo Energia, azienda che ha ospitato l’evento nel suo quartier generale genovese, ha dichiarato: «Grazie alla collaborazione con Digital Club e al supporto di Start 4.0, Ansaldo Energia ha avuto l’opportunità di ospitare un importante evento sulla cyber security, favorendo l’incontro con colleghi di altre aziende per raccontare come approcciare nuove tematiche come la nuova normativa europea NIS 2 e il mondo OT. Ci siamo confrontati sulle sfide della sicurezza informatica insieme ai colleghi che ogni giorno ci supportano nel mitigare il rischio cyber. Ansaldo Energia vede la direttiva NIS 2 come un alleato per aumentare l’attenzione sul tema e conferma quanto la tematica cyber sia sentita dall’azienda, per proteggere sia i propri sistemi sia quelli installati presso i clienti». 

Paola Girdinio, Presidente di Start-4.0, ha raccontato il ruolo e la mission del Centro di Competenza, sottolineando la necessità della formazione all’interno delle aziende: «In un contesto in cui le minacce informatiche crescono in complessità e frequenza, è fondamentale costruire una cultura condivisa della sicurezza. Eventi come questo rappresentano un esempio concreto di collaborazione tra pubblico e privato, tra competenze aziendali e centri di ricerca. Come Start 4.0, crediamo nel valore del confronto tra pari e nel rafforzamento della resilienza delle imprese, in particolare le PMI, supportandole con soluzioni tecnologiche, assessment cyber e percorsi di formazione. Solo facendo sistema possiamo davvero affrontare le sfide digitali del presente e del futuro». 

Alessio Aceti, CEO di HWG Sababa, azienda specializzata in cyber security attiva in oltre 20 paesi, ha aggiunto: «Come HWG Sababa, siamo felici di confrontarci su temi centrali come la protezione delle infrastrutture critiche e la cyber security, insieme ad Ansaldo Energia e Start – 4.0. Questo incontro è stata un’occasione preziosa per interagire e fare sistema insieme ai CISO di importanti aziende, per condividere le nostre competenze e lavorare insieme in vista di un obiettivo comune: la protezione dei sistemi OT». 

The CISO Game: una simulazione per affrontare le minacce informatiche

Terminato il panel iniziale, ha preso il via The CISO Game, gioco interattivo che invita i partecipanti a confrontarsi con uno stesso scenario di minaccia, attraverso 4 nodi decisionali e 32 esiti possibili. Gli oltre 50 partecipanti sono stati distribuiti in più squadre, tra diversi tavoli di simulazione: a ogni gruppo è stato assegnato un Cyber Mentor, con il compito di incentivare la collaborazione all’interno dei team. La tappa di Genova ha visto nel ruolo di Cyber Mentor alcuni tra i più esperti CISO e Security Manager di importanti aziende italiane e alcuni Keynote Speaker, che hanno facilitato la condivisione di esperienze nel panel iniziale e nella successiva sessione di Lesson Learned: Alan Girard, Antonio De Martino, Bruno Ceradelli, Ivan Monti, Luigi Cavucci e Marco Goria

La simulazione ha invitato i partecipanti, con il supporto dei Cyber Mentor, a elaborare strategie e modalità concrete per affrontare efficacemente un incidente informatico. Una sessione pratica tra pari, pensata per far emergere processi e soluzioni attraverso diverse fasi decisionali. Il vero valore aggiunto del gioco è nato proprio dal dialogo tra i membri dei team, dalle dinamiche di gruppo e dalle soluzioni condivise, arricchite da considerazioni finali utili anche per la realtà aziendale.

Lesson Learned: gli insegnamenti da ricordare

L’evento ha poi lasciato spazio alle valutazioni dei Cyber Mentor, per un confronto a caldo sui risultati dei singoli tavoli e sulle “lezioni” da apprendere dalla sessione di gioco. Fra gli elementi emersi dalle simulazioni: l’importanza di avere processi strutturati con pre-approvazioni, affinché tutta l’azienda sia preparata in caso di attacco informatico e sappia come rispondere in maniera coordinata evitando il panico. Un altro elemento emerso dal lavoro dei tavoli è l’apertura della sicurezza informatica nella comunicazione e la consapevolezza che la responsabilità della cyber security sia di tutta l’azienda.  

L’evento si è concluso con un quiz interattivo a premi, basato sui contenuti affrontati durante la simulazione. Infine, un AperiCISO di networking, durante il quale i partecipanti hanno continuato a scambiarsi esperienze e riflessioni sulla centralità della sicurezza informatica.

Il Roadshow 2025 di Digital Club / Cyber prosegue con la sua sesta tappa, in programma il 26 giugno a Bologna, ospiti di Grant Thornton, con un evento di formazione continua e di confronto tra le esperienze dei partecipanti. L’incontro affronterà il tema di una comunicazione efficace della cyber security, rivolta al board aziendale e al CEO. Per maggiori informazioni consultare la pagina eventi.

Cyber Security, si è svolto a Milano il DNS Day – The CISO Game, evento dedicato alla sicurezza informatica

Con oltre 70 partecipanti, un pomeriggio di networking e tavoli di simulazione rivolto a CISO e Security Manager, organizzato da Digital Club / Cyber presso Bernoni Grant Thornton

L’8 aprile, presso la sede di Bernoni Grant Thornton a Milano (via Melchiorre Gioia 8), si è tenuto il DNS Day – The CISO Game, evento di networking e formazione interattiva dedicato alla sicurezza DNS (Domain Name System) rivolto a CISO (Chief Information Security Officer) e Security Manager di aziende del territorio e aperto anche a professionisti di altre città. L’evento, organizzato dalla community di Digital Club / Cyber, è stato realizzato con la technical partnership di Infoblox, in sinergia con alcuni suoi partner tra cui Maticmind, IT Centric, Nomios Italy e Deda Tech, e il patrocinio di ASSOCISO Associazione Nazionale Chief Information Security Officer, AIPSA Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale, CSA Cyber Security Angels e Assodigit

Quarta tappa del Roadshow 2025, la seconda a Milano, DNS Day – The CISO Game è parte dell’evento itinerante che Digital Club / Cyber organizza presso gli Headquarter di importanti aziende su tutto il territorio nazionale. Un calendario ricco di incontri formativo-interattivi rivolti a CISO e Security Manager, con l’obiettivo di condividere ragionamenti ed esperienze con propri pari, e diffondere la cultura della sicurezza informatica L’incontro ha offerto ai 74 partecipanti l’opportunità di confrontarsi in modo strutturato sulla sicurezza informatica e sul DNS, tecnica di difesa dell’infrastruttura DNS dagli attacchi informatici, favorendo lo scambio di best practice attraverso i tavoli guidati dai Cyber Mentor, professionisti scelti tra alcuni dei più esperti CISO italiani

Pre-crime e Mean Time to Respond, il primo panel

Dopo l’introduzione e i saluti della community, dei partner e dell’host, durante il primo panel si è parlato di pre-crime, della crescente democratizzazione degli strumenti di attacco e dei diversi modi per prevenire gli incidenti sfruttando il DNS, condividendo best practice su come migliorare i processi e ridurre il Mean Time To Respond

Enrico Benzoni, Co-fondatore e Community Manager di Digital Club / Cyber, ha così introdotto l’evento: «Il progetto nasce 5 anni fa con l’obiettivo di realizzare un confronto vero e strutturato tra responsabili sicurezza informatica. Durante il Covid, ci mettemmo attorno a un “tavolo” con alcuni dei principali CISO italiani in un aperiCISO virtuale e da lì emersero la volontà di far crescere la cultura della sicurezza informatica e la volontà di confrontarsi in maniera strutturata. Ad oggi, abbiamo organizzato 23 eventi in diverse città italiane, raggiungendo i 1000 partecipanti. L’attività dell’evento di oggi è stata basata su di una variante del gioco originale “The CISO Game” creato da Andrea Guarino, da lui realizzato durante il programma quadro Horizon 2020 nell’ambito del progetto “ECHO” (grant agreement n. 830943).

DNS CISO GAME: una simulazione per affrontare gli attacchi

Concluso il primo panel, ha preso il via il DNS CISO Game. All’inizio del gioco, i 74 partecipanti sono stati suddivisi in diversi team, distribuiti tra 6 tavoli di simulazione, ciascuno sotto la supervisione di un Cyber Mentor. I Cyber-Mentor, figure incaricate di facilitare la condivisione di esperienze fra i componenti del team, sono CISO e Security Manager di importanti aziende italiane: Alberto Borgonovo, Davide Gaieni, Guido Galletti, Alessandro Marzi, Franco Picchioni e Roberto Perelli. La simulazione ha invitato i partecipanti, con la guida dei Cyber-Mentor, a ragionare su come affrontare al meglio un attacco che sfrutta le query DNS. Una sessione di formazione interattiva tra pari, in cui far emergere processi e soluzioni per rispondere a un incidente informatico attraverso quattro nodi decisionali. I ragionamenti emersi durante il gioco, grazie alla forte interazione fra i membri del team, rappresentano il valore aggiunto della simulazione, accanto alle lezioni finali apprese. 

Franco Picchioni, Cyber Mentor storico della community, ha commentato l’esperienza del tavolo che ha guidato, soffermandosi in particolare sull’interazione fra i partecipanti in termini di empatia e di condivisione delle proprie conoscenze: «Questo è un aspetto che mi affascina sempre dei tavoli di simulazione, perché immediatamente si crea un contesto familiare fra i membri del team, in cui ci si comprende immediatamente come se si fosse colleghi da anni». E sulle diverse posture dei partecipanti in rapporto alla loro età, ha aggiunto: «Da parte dei professionisti più giovani, ho riscontrato una minore propensione al rischio, comprensibile, e al contempo una maggiore fiducia e apertura nei confronti degli enti governativi». 

I comportamenti dei partecipanti sono variati non soltanto in base all’età, ma anche in base alla industry di provenienza, come ha osservato il Cyber Mentor Davide Gaieni: «Abbiamo riscontrato alcune differenze di punti di vista derivanti dalle diverse industries in cui lavorano i membri del team. Ad ogni modo, tutti hanno concordato sul fatto che una sana protezione DNS è positiva e comporta un miglioramento complessivo della postura di sicurezza, perché permette di guadagnare quel tempo necessario ad analizzare meglio i termini del problema e trovare altre soluzioni». E sulla scelta di non attivare il DNS presa dal team che ha guidato, ha commentato: «Il tavolo ha deciso di non attivare la protezione avanzata per non interferire negativamente sulla continuità dei servizi. Da Cyber Mentor, e non da partecipante al gioco, non potevo intervenire ma ho cercato di suggerire una soluzione diversa. Il mio suggerimento è di non avere troppa paura di lavorare sui DNS, perché per quanto possano essere critici è sempre molto facile gestirli in maniera ottimale, adattandosi alle security baseline e procedendo con calma e pazienza».

Technical focus on DNS, come rispondere a un attacco?

Il pomeriggio è proseguito con un Technical Focus sul DNS tra metodologie di risposta a un attacco informatico e casi di studio concreti, a cura di Riccardo Canetta, Senior Sales Manager Italia e Iberia di Infoblox, azienda leader di mercato sul tema DNS e technical partner dell’evento, che ha commentato: «La giornata di oggi è stata molto interessante, perché i partecipanti hanno ragionato su come bloccare un attacco e su come gli attacchi sfruttano il DNS. I componenti dei team hanno analizzato il problema partendo da punti di vista diversi ma arrivando a una soluzione di comune accordo». E sulla capacità della tecnologia DNS di aiutare a costruire un’infrastruttura di difesa resiliente, ha osservato: «L’infrastruttura DNS, in particolare un DNS sicuro come quello di Infoblox, aiuta le aziende a prevenire gli attacchi, perché la richiesta DNS è la prima cosa che accade in qualunque traffico internet. Se noi riusciamo a bloccarla, evitiamo che l’attacco si propaghi verso i firewall, i proxy e gli EDR. Come lo facciamo? Primo, con un’analisi del traffico, che ci consente di individuare quando una richiesta DNS è malevola. Secondo, grazie alle analisi realizzate dalla nostra divisione Threat Intelligence sulle infrastruttura dei Threat Actor che ci consente di bloccare i loro domini prima che vengano utilizzati»

Lesson learned, gli spunti emersi dalla simulazione

Infine, l’evento ha lasciato spazio ai Cyber Mentor, che hanno commentato a caldo l’esperienza della simulazione, portando impressioni e punti di vista emersi da ogni tavolo. Tra i principali spunti: il tempo è una risorsa fondamentale per la sicurezza informatica e, in quest’ottica, il DNS permette di guadagnare minuti preziosi per risolvere la situazione; non esiste una soluzione unica per rispondere a un attacco, perché l’industry in cui si lavora influisce sul tipo di reazione; la necessità di portare sempre trasparenza e coerenza nei processi e nelle scelte; lo scambio di informazioni è fondamentale per anticipare le minacce, perché la comunicazione è tanto importante quanto il supporto tecnico; la fiducia nel team e la capacità di chiedere aiuto verso l’esterno sono ulteriori elementi di valore. 

L’evento si è concluso con un quiz interattivo a premi, che ha invitato i partecipanti a rispondere a domande a tema DNS e cyber security incontrate ai tavoli di simulazione.  Infine, un AperiCISO di networking, durante il quale i partecipanti hanno continuato a scambiarsi esperienze e idee sul settore DNS e sulla sicurezza informatica. Prossima tappa del DNS Game – The CISO Game il 22 maggio a Genova

Per maggiori informazioni consultare la pagina eventi: https://digital-club.it/cyber/eventi/.

Per le mPMI il viaggio verso l’innovazione inizia da Mama Industry

Approccio, filosofia e numeri della società italiana che ha l’obiettivo di “democratizzare la consulenza” per accompagnare le piccole imprese in un percorso concreto di crescita consapevole 

Mama Industry ha scelto di occupare un vero e proprio “spazio vuoto”: la società guidata da Marco Travaglini e Fabrizio Mecozzi è infatti specializzata nell’accompagnare nella parte iniziale di un percorso di approccio all’innovazione quelle mPMI ancorate a un modello novecentesco, per affrancarsi da modalità di lavoro superate e improduttive. Mama Industry rappresenta quindi un vero e proprio “qualificatore di domanda” di innovazione, grazie a una visione unica che ha scelto di interpretare ponendosi non tanto come partner, ma come autentica parte integrante delle aziende con cui lavora. Una sorta di “business unit in outsourcing”, che sceglie di portare alle piccole imprese quei servizi ad alto valore aggiunto solitamente riservati ai “grandi”, nel segno di una autentica democratizzazione della consulenza e dei servizi VAS. Per Mama Industry, il proprio core business rispecchia anche una precisa missione socio-economica, come spiega il fondatore Marco Travaglini:

“In Italia, il 95% del tessuto economico è costituito da microimprese, molte delle quali operano in settori a basso valore aggiunto del mercato “OFF”, rimanendo ancorate a una visione novecentesca del lavoro, focalizzata sul prodotto e caratterizzata da bassa produttività. Queste imprese sono spesso la semplice “manovalanza” dei grandi gruppi o di realtà smart, che costituiscono il mercato “ON”. Uno scenario che incide sull’economia nazionale e che continua ad essere stagnante. Uno dei motivi? Non c’è nessuno che dialoghi con queste aziende in una fase iniziale – quella più difficile e che richiede maggiore pazienza – per mostrare loro che, in realtà, metodi e strumenti per innovare ci sarebbero eccome. Ma affinché le cose cambino, alle piccole imprese non dobbiamo portare commesse e denaro. Dobbiamo invece renderle indipendenti portando loro la cultura e la conoscenza necessarie per individuare in autonomia opportunità e risorse”.

Dalla consapevolezza all’innovazione: ecco il “viaggio” delle mPMI

Mama Industry (e la startup collegata Mama Innovation) segue oggi un portfolio di circa 300 clienti, che sono accompagnati in questo viaggio grazie a un team di 40 dipendenti (cresciuto nel 2024 con l’assunzione di 16 nuove risorse), distribuiti in 5 sedi sul territorio italiano (Roma, Rieti, L’Aquila, Modena e Monza) e organizzato in business unit che lavorano in modo integrato e sinergico per coprire ogni aspetto e ogni fase del percorso dei clienti: dalla consulenza alla progettazione del cambiamento, dalla partecipazione ai bandi pubblici per il finanziamento dei progetti, fino al loro sviluppo, passando per la consulenza per il  recruiting delle risorse umane fino agli aspetti di marketing e comunicazione e di primo test sul mercato. 

Mama Industry ha sviluppato il proprio approccio grazie al dialogo e alla collaborazione con prestigiose università ed enti di ricerca, tra cui l’Università di Verona, l’Università di Bologna e il Gran Sasso Science Institute, che hanno contribuito alla definizione e alla validazione di questo innovativo modello.

Per le mPMI accompagnate da Mama Industry, l’approccio all’innovazione inizia con il “Percorso di Consapevolezza”, 3 ore in cui viene per la prima volta mostrato all’azienda un nuovo possibile approccio partendo dall’analisi della situazione reale. La consulenza viene erogata da un Consulente Paziente, un professionista membro dell’innovativa community ideata da Marco Travaglini (e validata in collaborazione con Invitalia e il Gran Sasso Science Institute) che conta più di 200 professionisti, con i quali sono stati sviluppati circa 200 progetti in due anni, per un totale di oltre 250.000 euro erogati per i servizi svolti.

“Parlando di mPMI – afferma Fabrizio Mecozzi, co-fondatore di Mama Industry – un percorso di innovazione deve necessariamente partire da una maggiore consapevolezza e cultura prima di qualsiasi aspetto tecnico o tecnologico. Solo in questo modo possiamo mettere queste aziende nella condizione di affrontare il cambiamento con la fiducia e la motivazione necessarie”.

Superato questo primo delicato momento, il viaggio continua con una prima fase di affiancamento più esteso alla quale possono seguire, in base alle specificità e gli obiettivi, le più strutturate attività di business modelling, business planning e business funding. Nel corso del 2024 Mama Industry ha realizzato 37 nuovi progetti per i propri clienti.

Mama Industry affianca poi le mPMI in un primo test di mercato, in cui le idee vengono messe a terra e perfezionate – dati alla mano – in base alla reazione dei target di riferimento. Questo approccio ha fatto registrare a oltre il 70% delle aziende clienti di Mama Industry una crescita del proprio business.

In modo integrato e trasversale rispetto alle fasi fin qui descritte, Mama Industry mette a disposizione dei propri clienti una rilevante competenza per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti pubblici: l’Ufficio Bandi della società può infatti operare sia in anticipo rispetto alla progettazione – orientandola in funzione delle opportunità disponibili – sia in parallelo o a valle. Nel corso del 2024 Mama Industry ha fatto vincere 72 bandi su 80 presentati, per un valore complessivo di oltre 2,9 milioni di euro di contributi e 2,5 milioni di euro di investimenti finalizzati, con i quali sono stati finanziati i progetti dei suoi clienti nei settori di ricerca e sviluppo, innovazione e trasformazione digitale e marketing/comunicazione.

Un impegno e una passione riconosciuti dal mercato e dai media

Mama Industry ha scelto quindi un approccio “generoso” e paziente, affiancando i clienti in una fase iniziale e attendendo la loro maturità culturale, imprenditoriale ed economica. Mama Industry agisce quindi come autentica parte integrante dei propri clienti, che continuano a dare fiducia e a premiare questo impegno: nel corso del 2024 Mama Industry e la startup Mama Innovation hanno infatti registrato un fatturato globale pari a circa 2,5 milioni di euro, siglando 54 nuovi contratti e registrando l’acquisizione nel portfolio di 22 nuovi clienti. 

Il 2024 è stato inoltre un anno di grande visibilità mediatica per Mama Industry e i suoi progetti, con oltre 630 uscite sui media nazionali e locali. Un dato che rispecchia anche la crescente attenzione dell’opinione pubblica per tematiche strategiche come l’accesso all’innovazione e la collaborazione imprenditoriale nell’ambito della piccola imprenditoria.

“Siamo ancora un’azienda giovane, desiderosa di crescere – commenta Marco Travaglini, fondatore di Mama Industry – E siamo consapevoli che i numeri di Mama Industry, se analizzati singolarmente, non possiedono quella rilevanza che probabilmente sarebbe raggiungibile offrendo un singolo servizio. Ma questi stessi numeri ci raccontano una storia completamente diversa se li andiamo ad analizzare nel loro insieme, nell’ambito cioè di un modello di business nel quale il piccolo imprenditore viene preso per mano e accompagnato in un viaggio verso l’innovazione del quale curiamo ogni fase, facendo lavorare sinergicamente le diverse unità necessarie al percorso di innovazione. Si tratta di un’offerta integrata e innovativa che al momento siamo i soli a proporre in Italia. Se ci limitassimo a offrire una singola soluzione o a curare soltanto una singola fase di questo percorso, forse i numeri sarebbero più alti, ma non sarebbe la risposta di cui le mPMI hanno bisogno”.

Per conoscere il mondo di Mama Industry, consultare il sito internet www.mamaindustry.com. 

Contatti Mama Industry srl

info@mamaindustry.com
www.mamaindustry.com
Mama Industry srl – Piazza di Campitelli 2, Roma

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