Da qualche anno sono state introdotte le società tra professionisti, che hanno sdoganato il divieto di esercizio della professione intellettuale in qualità di imprenditori.
In precedenza infatti era in vigore la Legge 23 novembre 1939 n.1815, che impediva alle professioni intellettuali “protette” di adottare la forma societaria. La ratio di questa norma quello di evitare che dietro lo schermo societario, operassero persone non abilitate all’esercizio dell’attività professionale.
La svolta per i professionisti
Ma da qualche anno lo scenario è cambiato, pur conservando il principio della personalità della prestazione (l’incarico è personale e non della società). Il legislatore ha introdotto una innovativa tipologia di soggetto societario. Con le STP (Società costituite tra professionisti) si possono fruire delle sinergie tra i suoi partecipanti.
La riforma ha avuto un grosso successo, visto che le STP cominciano ad interessare sempre più studi professionali. Lo dicono i dati di Infocamere-Unioncamere del 2021. Le Società tra professionisti sfiorano l’80% d’incremento in due anni, durante i quali sono passate da 2.322 (maggio 2018) a 4.129 (marzo 2021). I dati consolidano un trend già noto tra i liberi professionisti attivi in Italia (1,4 milioni), e non c’è un solo indicatore inversione trend che fa intravedere un cambio di rotta.
Boom tra avvocati e commercialisti
Sono soprattutto avvocati e commercialisti ad aver abbracciato questa riforma, visto che le società costituite tra professionisti di queste categorie rappresentano infatti la metà di quelle attive nel 2021. Seguono professionisti dell’assistenza sanitaria, architetti, ingegneri e altre attività professionali scientifiche e tecniche.
Del resto le STP consentono ai professionisti la possibilità di svolgere la loro attività, sfruttando una veste giuridica più dinamica e al passo coi tempi. Possono infatti costituire società secondo i modelli regolati dal Codice Civile, che peraltro possono, nel caso di società di capitali o cooperative, beneficiare di un regime fiscale più conveniente.
L’aggregazione tra professionisti consente inoltre l’opportunità di rafforzare e rendere maggiormente competitivi i propri studi, anche per fare fronte alle richieste di maggior specializzazione imposte dall’evoluzione del sistema socioeconomico.
Il vuoto fiscale
Va aggiunto che sin dalla loro nascita, le Società Tra Professionisti hanno fatto discutere e creato dubbi. In particolare la falla del sistema è nella disciplina fiscale, perché il legislatore (che ha dettato solo le regole civilistiche) non se n’è occupato, lasciando così all’Agenzia delle entrate l’onere di esprimersi in via interpretativa.