Produzione record di alluminio, si allarga il fronte contro la Cina

Negli ultimi mesi il mercato dell’alluminio è caratterizzato soprattutto da un’inondazione di prodotti cinesi a basso costo, perché la produzione cinese viaggia a ritmi record. Sono molti i paesi che stanno prendendo contro misure contro Pechino, e il fronte si allarga sempre di più.

I numeri cinesi sulla produzione

alluminioDopo aver registrato dati record nel corso del 2023, la produzione cinese di alluminio primario si avvicina ulteriormente a nuovi primati. Secondo le stime dell’International Aluminium Institute, nel mese di maggio la produzione cinese ha raggiunto i 3,6 miliardi di tonnellate, e complessivamente su base annua si avvicina al livello di 43 milioni di tonnellate.

Dal momento che l’industria cinese sta attraversando un periodo poco brillante, visto che l’economia del Dragone fa fatica a riprendere i ritmi del passato, questo eccesso di produzione imbocca la via dell’export, finendo per inondare i mercati otc di fogli di alluminio a basso costo.
Le esportazioni cinesi di questo tipo sono cresciute costantemente dall’inizio del 2024. Soltanto nel mese di maggio siamo giunti a 130.000 tonnellate, con un incremento del 7% rispetto al mese precedente.

L’impatto sul prezzo

Le feroci esportazioni di Pechino incidono anche sull’andamento delle quotazioni dell’alluminio. L’enorme produzione cinese ha infatti spinto le quotazioni al ribasso da 2750 dollari (prezzo di maggior) a 2200 dollari (fine luglio). Soltanto di recente il prezzo si è ripreso, recuperando parte delle perdite.

La reazione dei vicini di casa

Anche paesi vicini e i buoni rapporti con il colosso cinese non reggono più questa situazione, nella quale la Cina attua politiche di spread trading aggressivo. L’India è l’ultimo in ordine di tempo ad aver avviato una proposta anti-dumping contro Pechino. L’applicazione di dazi sulle importazioni di alluminio di produzione cinese è necessaria per il danno che stanno creando le imprese nazionali. La Cina ha conquistato almeno il 30% della quota di mercato locale in India, scatenando le proteste soprattutto di Hindalco, uno dei maggiori produttori indiani di alluminio.
Ma accanto all’india ci sono altri paesi che non sopportano più questa invasione di alluminio cinese a basso costo. Indonesia, Thailandia, persino il Messico sono contrariati da questa strategia cinese.