Prezzi, la BCE si trova di fronte ad un dilemma. Sarà all’altezza della sfida?

La incontrollata crescita dei prezzi alla quale abbiamo assistito nell’ultimo periodo, pone la Banca Centrale Europea di fronte a un grosso problema. La situazione attuale non si può definire convenzionale, ma questo significa che per risolvere il problema occorre una dose di coraggio e anche una soluzione altrettanto non convenzionale.

Il problema dei prezzi

prezziNon c’è dubbio che, se la crescita dei prezzi dovesse continuare anche nelle prossime settimane, la BCE sarà costretta a seguire la strada che già da un po’ di tempo sta percorrendo la Federal Reserve, ossia quella di una politica monetaria restrittiva. Aumentare i tassi di interesse. E sotto questo punto di vista, i pattern di continuazione segnalano che il trend crescente dei prezzi continuerà.

Val la pena di ricordare che il mandato della BCE richiama in modo specifico la stabilità dei prezzi nella Eurozona. In particolare l’inflazione dovrebbe essere pari al 2%. Ma perché questo obiettivo è così importante per l’Eurozona?
Per capirlo occorre andare a ritroso nel tempo, quando l’ascesa dei nazionalismi fu il terreno fertile per l’avvento del nazismo. Quella ideologia, che tanti danni e tanti drammi provocò, ebbe proprio nella recrudescenza del prezzi una delle cause che la fecero “attecchire”.
Non è quindi un caso che, quando si discusse di creare un’area monetaria comune, uno dei problemi che ci si pose fu quello di contenere l’inflazione per evitare di ripetere le condizioni ritenute responsabili di quel dramma storico.

Il dilemma della BCE

Tornando all’epoca attuale, non c’è dubbio che la BCE è si trova di fronte a un bel dilemma, che nasce dal fatto di aver inglobato nella Eurozona paesi che presentano squilibri enormi.
Così diversi che all’epoca ci fu chi propose di creare due monete uniche. Una destinata ai paesi del nord, l’altra destinata ai paesi del Sud. Quel discorso non venne mai portato avanti, e qui gli squilibri sono rimasti intatti. Anzi, il covid li ha fatto emergere ancora di più.

Ci sarà sempre uno scontento

Oggi quegli squilibri sono una fonte di problemi per la BCE. I Paesi con un debito pubblico più elevato sono favoriti dalla crescita dei prezzi, perché vedono ridurre il valore reale del loro debito. Inoltre la svalutazione della moneta aumenta la loro competitività. Dall’altra parte un aumento dei tassi di interesse provocherebbe un maggior costo del proprio debito, dovuto alla spesa per interessi.
Situazione diversa riguarda i paesi Centro-Settentrionali, che sarebbero agevolati da una stretta monetaria, che produrrebbe un calo dei prezzi.

Si capisci allora come la BCE sia stretta tra due fuochi, e che dovrà valutare tutte le correlazioni tra valute ed economie. Occorre in sostanza decidere se favorire un blocco oppure un altro, sapendo in partenza che qualsiasi sarà la scelta, la BCE sarà bersaglio di feroci critiche. Per questo motivo ci vogliono soluzioni coraggiose e non convenzionali. Ne saranno capaci?