Parole chiave per la rete di ricerca: Prosecco e la scalata SEO

Dopo aver letto il lungo elenco di termini di ricerca (per meglio leggerli si veda alla fine del testo) é necessario soffermarci a riflettere e a prendere in esame le varie voci per capire quale il “motore” che porta gli utenti della rete a venire a conoscere una determinata realtà di servizi come la nostra.

Innanzitutto sono doverose alcune precisazioni: queste frasi sono state digitate in rete nell’arco dell’ultima settimana del mese di maggio c.a. e hanno portato al nostro sito 190 nuovi utenti con una permanenza media, tra tutti, di 59 secondi.

Come faccio a conoscere questi dati?

Magari lo approfondirò in un altro post, qui mi limito a dire che la mia formazione analitica mi spinge ad utilizzare gli strumenti di analisi che Google mette a disposizione.

I numeri rimangono sterili se non vanno interpretati correttamente e qui potrei anche sbagliare, ma vorrei provare a leggerne qualcuno attraverso la semantica delle parole chiave utilizzate per la ricerca in rete.

La parola “prosecco” é il vero plus, la scintilla che accende la candela del motore e lo porta nella direzione del www.francesconcollodi.com.

Vivere e lavorare nella zona DOC e DOCG Prosecco Superiore, ma, soprattutto, crescere assieme ad esso da più di trent’anni, vuol dire aver acquisito oltre ad una certa notorietà anche molta esperienza in fatto di packaging nel mondo della spumantistica e nei suoi mille risvolti: tipi di vetro, di chiusure, di contrassegni di Stato, di stazioni di etichettatura, di capsuloni e gabbiette e di mode e aspettative da parte dei vari mercati di riferimento.

Come é cresciuto questo importante settore del mercato Italiano così siamo cresciuti noi e con noi i nostri partner commerciali: da “quelli delle etichette” siamo oggi i maggiori consulenti sul mercato per lo startup di nuove aziende agricole, siamo detti i “risolutori” perché siamo chiamati, quotidianamente, a trovare soluzioni e compromessi, tra imbottigliatore e committente che sia un’altra Azienda Agricola o un altro portatore d’interesse nel mercato di quel prodotto vinicolo.

La legislazione e i vari disciplinari di produzione, che tanto appaiono complessi e di dubbia interpretazione, a noi ormai sono familiari. Il Botteon e il Sabellico sono quei mitici personaggi che ci hanno insegnato a regolare le nostre ispirazioni grafiche perché i nostri Clienti non incorressero in importanti sanzioni da parte degli organi preposti al controllo normativo.

Negli anni ’80, quando abbiamo incominciato a lavorare per le prime Cantine, il mercato era assalito da un vino con l’immagine presa poco seriamente. Si poteva rappresentare di tutto, dalle donnine nude, ai calciatori, politici, armigeri e castelli, vigneti a perdita d’occhio, grappoli di tutte le forme e colori, il tutto enfatizzato da diciture non conformi e veritiere tipo: “Premiato vino Prosecco del Piave” o “Prosecco Raboso, vino da tavola” e castronerie di questo tipo.

Le prime radio locali, le prime Tv private, cantavano i jingles di mobilifici, autosaloni e occhialerie; il comparto vino era considerato un alimento e non c’era bisogno di curarne l’aspetto, la comunicazione e tanto meno la qualità.

Ma proprio di qui, dove il Prosecco conosceva il suo primo mercato di interesse e di esportazione, la Germania, suo primo bacino di vendita, ha voluto distinguere un vino da un altro, il Prosecco di Nane dal Prosecco di Bortolo. Il legislatore si é fatto più puntuale ed accorto e le Cantine hanno sentito forte l’esigenza di personalizzare, di contraddistinguere le proprie bottiglie con un’immagine dedicata e con una cura e dedizione importanti verso il prodotto in modo da incominciare ad esportare le nostre bollicine, non più solo in Germania, ma anche negli Stati Uniti e da lì in tutto il resto del mondo per qualità e versatilità.

Quindi, oggi, per dire di noi si potrebbe anche dire: “Quei del Prosecco”. Alla veneta si capisce.

Andiamo avanti e sempre analizzando i termini di ricerca vediamo menzionati i toponimi come Treviso, Valdobbiadene e Italy che ci riguardano da vicino a dimostrare la nostra notorietà, valutata in termini di rete virtuale, in un territorio invece reale.

Altra parola é “price” o “цена” in russo.

Il prezzo é una voce che muove i mercati di qualsiasi settore, che apre o chiude le porte all’ingresso di nuovi prodotti e che incuriosisce l’utente in rete mantenendolo al riparo di dover parlare di vile denaro davanti al produttore o venditore di vino.

La parola “prezzo” a differenza di “Prosecco” non é la scintilla, ma la goccia di carburante che spinge il motore della rete verso un prodotto molto ricercato, in tutte le eccezioni del significato di questo termine di valore.

Perché appare il nostro sito digitando nomi di Cantine?

Alcune sono nostri Clienti, alcune lo sono state, ma tutte parlano nel loro linguaggio web con i nostri stessi termini e, pur non nominandoci direttamente, mostrano ai robots analitici i nostri stessi valori parametrici portandoci reciprocamente virtuosi e virtuali verso il consumatore comune.

Dovrei esserne soddisfatta? Direi di sì.

Mi piace pensare che credere nella comunicazione in rete ripaghi lo sforzo e il tempo impiegato purché ciò sia costante e pertinente.

I canali social che fanno da ponte, rete, e mettono in connessione i nostri messaggi postati giornalmente non fanno altro che muovere verso nuovi interlocutori il nostro Studio e muove, allo stesso tempo, il mercato, che in rete si interfaccia, verso il nostro termine “comune denominatore”: PROSECCO.