Mercato del petrolio, cosa cambia con l’ingresso del Brasile nell’OPEC+

La grande famiglia dei produttori di greggio si è recentemente allargata. Anche il Brasile infatti è entrato a far parte del “cartello” OPEC+, con ambizioni importanti riguardo al suo ruolo nel futuro mercato del petrolio. Soprattutto, l’allargamento dell’OPEC al Brasile mette in crisi gli sforzi globali per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (già mortificate dalla smania di trivellazione di Trump).

Gli affari brasiliani sul mercato del petrolio

mercato del petrolioQuando venne rieletto alla guida del Brasile, il presidente Lula si proponeva come il leader mondiale più autorevole in materia di clima. Diceva che il cambiamento climatico è uno dei principali fattori di povertà e disuguaglianza, e per questo ha ridotto drasticamente la deforestazione in Amazzonia. Ecco perché l’ingresso nell’OPEC+ del Brasile – che è già uno dei maggiori player del mercato del petrolio – ha suscitato polemiche.

I primi a rumoreggiare sono stati l’ala ambientalista del partito di Lula, il cui governo ha autorizzato nuove trivellazioni (come Trump). Ma il ministro delle Miniere e dell’Energia Alexandre Silveira ha detto “Non dobbiamo vergognarci di essere produttori di petrolio”.

La quota globale di Petrobras può volare

Ma gli affari sono affari, e l’economia brasiliana potrebbe ricavare un grande vantaggio da questo ingresso. Del resto Petrobras, che secondo alcune ricerche già pompa circa la stessa quantità di greggio di ExxonMobil, circa 3,5 milioni di barili giornalieri (fonte eToro), sta pianificando un aumento così rapido della produzione di petrolio, che potrebbe diventare il terzo produttore mondiale entro il 2030. Con benefici indiretti anche per il territorio brasiliano. Il clima allora passa in secondo piano.

Capacità produttiva e OPEC+

Il Brasile entra nel cartello del mercato del petrolio senza vincoli per quanto riguarda i tagli alla produzione, ed ha l’ambizione di scalare le classifiche che adesso lo vedono al settimo posto tra i produttori, fino ad arrivare al quarto posto. L’obiettivo di produzione è di 5,4 milioni di barili al giorno per il 2030.
Bisognerà capire come gestirà questa presenza l’OPEC+, che sta fronteggiando da tempo la debolezza del mercato del petrolio. Il Brent oscilla sui 70 dollari per barile, e il momentum indicator resta debole, soprattutto per via della flebile ripresa dell’economia globale (e quindi della domanda di carburante).
Il cartello avrebbe dovuto iniziare ad allentare i tagli alla produzione già da tempo, ma di rinvio in rinvio se ne riparlerà soltanto da aprile.