Nonostante gli esperti di materie prime continuino a considerare il mercato del litio con un certo ottimismo, gli scenari più recenti hanno generato un po’ di preoccupazione tra gli operatori del settore. Cosa comprensibile, dal momento che nel 2023 c’è stato un crollo delle quotazioni pari al 80%.
Cosa sta succedendo al mercato del litio
Il litio, che in passato era una commodities di nicchia utilizzata soltanto in ambito farmaceutico, è diventata invece una materia prima essenziale per il percorso di transizione energetica. In particolare, il suo utilizzo è larghissimo nella produzione delle batterie che alimentano i veicoli a trazione elettrica.
Proprio il boom di questo settore faceva immaginare scenari superlativi per il mercato del litio, nel quale durante il tempo si erano concentrati enormi investimenti da parte delle aziende del settore.
L’ultimo anno però è stato una doccia fredda, perché la sovraproduzione da parte della Cina e il contemporaneo crollo della domanda di auto elettrica ha provocato un forte crollo del prezzo. Se all’inizio del 2003 erano sui 75.000 dollari per tonnellata, a novembre erano scesi a 13.500 dollari, (fonte dati Pocket Option) per via del surplus di offerta.
Il dietrofront delle società
Di fronte a questo scenario c’è stata una marcia indietro da parte delle aziende del settore, che non hanno più trovato una giustificazione economica e fare nuove investimenti. Tutto questo ha provocato un’ondata di ridimensionamenti dei progetti estrattivi e grossi tagli ai dipendenti da parte delle aziende.
Le prospettive
Riguardo ai prossimi trimestri la visione non è univoca. In gran parte c’è un cauto ottimismo, soprattutto riguardo all’incremento della domanda legata all’elettrificazione della mobilità e consumi energetici.
Ma ci sono pareri opposti, primo fra tutti quello di Albemarle, ossia la più grande azienda produttrice di litio al mondo. Ha infatti utilizzato l’aggettivo “preoccupante” per descrivere lo scenario del mercato del litio, perché senza un aumento dei prezzi non ci saranno nuovi investimenti. Proprio per questo l’azienda ha perso in borsa circa il 23% del suo valore soltanto nel mese di giugno, precipitando al di fuori delle Bollinger bands (segnale estremamente negativo per gli investitori). Ma ci sono casi anche peggiori, come la Lithium Americas che ha perso il 55% del valore dall’inizio dell’anno, oppure la Piedmont Lithium che ha perso il 64%.