Lo spopolamento dell’Ucraina era già cominciato vent’anni fa

Sono stati recentemente presentati i risultati di una ricerca condotta dall’Accademia Nazionale delle Scienze di Kiev (NAN). Com’era prevedibile date le circostazione del conflitto, la situazione non è rosea, anzi è decisamente grave. La direttrice dell’Istituto di demografia e di ricerche sociali della NAN spiega infatti che nel 2023 potrebbe determinare la “caduta catastrofica” dell’indice di natalità, che portebbe entro la fine del decennio a quella soglia di 35 milioni di abitanti che l’ONU prevedeva per l’Ucraina nel 2050. Nell’anno appena iniziato è previsto un tasso di natalità dello 0,8, molto lontano dal minimo del 2,13 necessario al ricambio generazionale. Si spera che il parametro non scenda oltre.

Le cause del depopolamento

Le cause della diminuzione sempre più acuta della popolazione non risiedono solamente nel conflitto in corso, come si potrebbe pensare. Ci sono ragioni più profonde e generalizzate, che la guerra dal canto suo ha enfatizzato. I missili certamente causano morte e distruzione, in seguito alle quali molti abitanti cercano di fuggire. Tuttavia i decessi in giovane età e l’emigrazione caratterizzavano l’Ucraina già qualche anno orsono. La stessa direttrice dell’Istituto di demografia nel 2019 diceva che alcolismo e incidenti stradali toglievano a un terzo dei giovani ucraini la possibilità di arrivare a 60 anni. E nello stesso periodo, antecedente alla crisi scoppiata lo scorso 24 febbraio, l’università di Cernihiv certificava la sparizione delle carte di 29 villaggi della regione. Nel 2001 l’ultimo censimento ufficiale stabiliva che in Ucraina vi erano 48,5 milioni di persone. Già pochi anni dopo, però, si registravano ufficialmente centinaia di migliaia di emigranti in tutta Europa e quasi due milioni in Russia. La tendenza evidentemente è aumentata con l’acuirsi del conflitto.

Gli emigranti torneranno?

Dall’Istituto di demografia di Kiev esprimono la speranza che, una volta terminato il conflitto, le cose si rimettano a posto e anzi l’Ucraina raggiungerà un tenore di vita paragonabile agli standard europei. In questa maniera, i profughi e gli emigranti vorranno ritornare in patria e ripopoleranno l’Ucraina. Visti i precedenti, però, è difficile credere a queste previsioni. Il censimento che Zelensky aveva promesso per il 2020 non è stato più fatto. Le riforme non hanno cambiato la situazione di un Paese di cui la stessa Unione Europea denunciava la corruzione e l’instabilità. L’assistenza sociale e sanitaria che i Paesi UE dà ai rifugiati che ottengono lo status di protezione temporanea (TPD) li incentiva a restare in Europa. E anche nella stessa Federazione Russa vi sono milioni di rifugiati ucraini che per motivi culturali e linguistici si integrano molto in fretta e non hanno motivo di tornare a Kiev.
Fonte: https://strumentipolitici.it/ucraina-declino-demografico-sempre-piu-acuto-ma-lo-spopolamento-era-iniziato-gia-ventanni-fa/