Il diamante è una pietra preziosa ricca di storia, conosciuta e amata dall’antichità fino ai nostri giorni.
Ma perché proprio “diamante”? La parola viene dal greco Adamas che in origine significava “ferro durissimo”. Solo in un secondo momento acquisì il significato di “indomabile”, lo stesso significato conosciuto dagli antichi Romani, proprio in virtù della sua caratteristica principale: nessun materiale poteva intaccare, lavorare o distruggere un diamante. Era dunque considerata la pietra più dura esistente e possedere un diamante di fatto significava esercitare un controllo sulla materia stessa.
Si tratta di una pietra preziosa proveniente dall’Oriente, dove era conosciuta fin dal 3000 a.C. e diffusa in Occidente solo dopo le spedizioni di Alessandro Magno. Molte storie e leggende hanno come protagonista il diamante: in alcuni casi gli venivano attribuite delle proprietà benefiche per la salute, essendo una sorta di talismano che proteggeva da pericolose malattie. In altri casi acquisì un significato romantico e iniziò a rappresentare l’amore eterno.
Il commercio di questa pietra preziosa fu dunque molto vivo sin dall’antichità e ovviamente ci fu chi sfruttò questa situazione per far circolare diamanti falsi. Ecco perché, nel caso si possieda un diamante, è importante avere una certificazione rilasciata dai più grandi istituti gemmologici europei e internazionali: si tratta di una sorta di documento di identità, una garanzia di autenticità, indispensabile se il proprietario vuole investire su un simile bene.
I principali certificati
Di istituti che rilasciano certificazioni per i diamanti ce ne sono molti, sia a livello europeo sia a livello internazionale. Tutti i laboratori analizzano la pietra (in particolare purezza, colore, taglio, brillantezza, forme e dimensioni) e ne marchiano il numero del certificato sulla cintura, ma in genere ogni istituto si occupa di particolari aspetti dei diamanti, anche se in generale utilizzano tutti gli stessi parametri per la valutazione dell’autenticità delle pietre.
I tre principali istituti a cui di solito ci si affida sono i seguenti:
1. Il certificato HRD (Hoge Raad voor Diamant): rilasciato dall’Alto Consiglio dei Diamanti, con base ad Anversa.
2. Il certificato IGI (International Gemological Institute), anche questo con sede ad Anversa.
3. Il certificato GIA (Gemological Institute of America), con sede a Los Angeles. Questo certificato è internazionale (in realtà americano) ed è l’inventore del sistema di classificazione internazionale (secondo il metodo delle 4C).
Cosa riportano i certificati e come ottenerli
Cosa si intende per 4C?
1. CUT (taglio): influenza la brillantezza e lo splendore della pietra. Analizzandone il taglio, l’istituto valuta la precisione dei riflessi di luce su ogni faccia: più sono brillanti, più il valore della pietra aumenta;
2. COLOR (colore): l’assenza di colore, dunque la tradizionale trasparenza, è il miglior colore per un diamante. Dal momento che un diamante completamente incolore è molto raro, si tratta del caso più ricercato e giudicato di maggiore valore;
3. CLARITY (purezza): tutti i diamanti hanno all’interno impurità di varia natura che, ostacolando il passaggio della luce all’interno della gemma, ne abbassano il valore;
4. CARAT (peso): un peso maggiore equivale ad un valore maggiore.
Come è possibile ottenere la certificazione del proprio diamante? Esistono vari modi, tra cui consegnare di persona la pietra all’istituto stesso, oppure spedirla attraverso un corriere. Una volta completata l’analisi, si è normalmente ricontattati dall’istituto e si riceve la pietra e la certificazione. Per una maggiore sicurezza, si può inserire il codice di autenticità e il numero di certificato sul sito ufficiale.