Sappiamo bene che in Italia il mercato del lavoro è in una situazione difficile. Il tasso di disoccupazione è elevato, e c’è un fenomeno che l’Istat ha di recente messo in evidenza: ossia l’aumento delle persone che un lavoro neppure lo cercano.
Il mismatch sul mercato del lavoro
Uno dei fattori che incide sulla ripresa del mercato del lavoro italiano, è il mismatch tra domanda e offerta. In sostanza l’offerta da parte delle imprese c’è, ma si fa molta fatica a trovare dei candidati giusti.
Il motivo più influente è che i potenziali lavoratori sono troppo istruiti. Si parla di “sovraistruzione“. Il livello di conoscenza dei canddiati è troppo avanzato rispetto al profilo richiesto. Rispetto agli altri paesi Ocse, i valori dell’Italia riguardo alla sovraistruzione sono più alti della media.
Questo crea una differenza spesso insormontabile tra quanto proposto e quanto richiesto.
Il dato sui lavoratori sovraistruiti
Ma dove è maggiore questo rischio? A evidenziare questo scenario è il Bollettino Excelsior sul mercato otc di Anpal e Unioncamere.
Questo mismatch tra offerta e domanda è assai accentuato nell’area dei sistemi informativi (dove arriva al 57%), in quella della progettazione/ricerca/sviluppo (48%) e in quella dell’installazione e manutenzione (48%). Il rischio inoltre è maggiore per i lavoratori giovani e le donne.
Questo potrebbe spingerli a scivolare nella trappola della disoccupazione e nella perdita di motivazioni nel cercare lavoro.
Altresì interessante è notare come, tra i lavoratori che hanno già un’occupazione a tempo indeterminato, il 37,4% ha una sovraistruzione rispetto al suo posto di lavoro. Quest’dato fa pensare che spesso ci si accontenta di un impiego per il quale l’istruzione posseduta è troppo alta, pur di avere stabilità economica e lavorativa.
La prospettiva
Va anche sottolineato che le fonti ufficiali rilevano che la sovraistruzione rispetto al mercato del lavoro è in continua crescita negli ultimi anni. Gli indicatori che anticipano il trend fanno pensare che ci sarà un ulteriore peggioramento.
Inoltre questo fenomeno si somma anche al tempo medio più lungo per attuare la transizione scuola-lavoro nel nostro paese. In pratica dal momento dell’uscita dal percorso formativo, fino a quello dell’ingresso nel mercato del lavoro, passa troppo tempo.