In Italia, il quadro del mercato del lavoro continua ad essere tutt’altro che roseo: se è vero che negli ultimi mesi si è registrato un calo del tasso della disoccupazione generale, che era in crescita da anni, va detto che la situazione non sembra destinata a tornare alla normalità entro tempi brevi, specie per i più giovani.
Sono soprattutto i dati relativi agli italiani under 25 a destare la preoccupazione dell’OCSE: ben il 40,7% dei ragazzi attivamente alla ricerca di un’occupazione non riesce a fare il suo ingresso nel mondo del lavoro. Tradotto in cifre più significative, attualmente, 631mila giovani italiani risultano disoccupati e, di questi, molti risiedono nelle regioni del sud, dove la crisi economica ha inciso in maniera particolarmente dura sulle piccole realtà commerciali.
Nonostante la crescente sfiducia nutrita dai giovani e dalle loro famiglie, l’acquisizione di una formazione di alto livello rappresenta ancora oggi uno dei migliori strumenti per assicurarsi l’ingresso nel mercato del lavoro e sviluppare un profilo professionale facilmente spendibile.
Il coronamento ideale di qualunque percorso di studi è sicuramente il conseguimento di una laurea, un obiettivo che richiede molti sacrifici, nonché un consistente investimento economico, ma in grado di riservare grandi soddisfazioni, sia sul piano personale che su quello professionale.
La scelta del corso di laurea è un passaggio molto delicato nella carriera di qualunque studente: oltre che delle proprie ambizioni e dei propri interessi, è importante tenere conto anche delle proprie capacità e inclinazioni.
Tra i percorsi che assicurano il maggior numero di sbocchi professionali troviamo le lauree del settore ingegneristico. In questo articolo, vogliamo focalizzare la nostra attenzione sull’ingegneria meccanica, per analizzare le caratteristiche di questo ambito formativo, i requisiti necessari per intraprendere un simile percorso e i vantaggi offerti a livello lavorativo.
La laurea in ingegneria meccanica
Il titolo di ingegnere continua ad essere un ottimo biglietto da visita nel nostro paese, dove queste figure sono apprezzate sia per via delle loro conoscenze tecnico-scientifiche che per le abilità sviluppate nell’ambito del problem solving, una dote utile praticamente in qualunque contesto lavorativo.
Non è certo un caso se le facoltà di ingegneria, negli ultimi anni, hanno registrato un boom delle iscrizioni: stando ai dati raccolti da Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del diploma di laurea magistrale, lavora ben il 95% degli ingegneri e, di questi, il 68,5% con un contratto a tempo indeterminato.
Di fatto, si può affermare che questo percorso di studio rappresenta un investimento davvero sicuro: a fronte delle notevoli difficoltà presentate da questi corsi, sussistono un’elevata richiesta delle figure professionali che ne emergono, nonché una loro ottima retribuzione: lo stipendio medio di un ingegnere, nel nostro paese, si attesta sui 1700 euro.
Tra i titoli più richiesti, troviamo quello di ingegnere meccanico, uno dei più classici ma anche maggiormente spendibili nel mercato del lavoro italiano.
Il percorso di formazione dell’ingegnere meccanico pone particolare attenzione allo studio della fisica meccanica, della metallurgia, della progettazione e costruzione dei macchinari e della scienza dei materiali.
I requisiti
Nella maggior parte delle università italiane, l’accesso ai corsi di laurea triennali in ingegneria meccanica non presenta numero chiuso, per tanto l’iscrizione è aperta a tutti gli studenti in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o equivalente.
Le discipline scientifiche inerenti agli ambiti della matematica, della fisica e della chimica caratterizzano buona parte di questo percorso di studi, pertanto, una buona preparazione di base in relazione alle materie scientifiche si rileva un requisito fondamentale.
Pur non esistendo limiti in questo senso, aver conseguito il proprio diploma in un liceo scientifico o in un istituto tecnico semplifica sicuramente l’approccio con il mondo dell’ingegneria.
Per quanto riguarda le caratteristiche personali, sono da considerarsi punti a proprio favore una buona inclinazione al ragionamento logico, una spiccata capacità di organizzazione del lavoro e una certa tendenza al rigore e alla precisione.
Prima di intraprendere questo percorso di studi è consigliabile riflettere attentamente sulle proprie inclinazioni e sull’interesse nutrito nei confronti degli argomenti che si andranno a studiare: optare per questo tipo di formazione solo in vista delle buone prospettive lavorative può rivelarsi un errore, sia per via delle difficoltà che inevitabilmente ci si troverebbe ad affrontare nel corso degli anni di studio, sia per il tipo di attività lavorativa intrapresa successivamente.
Gli sbocchi lavorativi
Le possibilità lavorative per un ingegnere, specie se in possesso del titolo di studio magistrale, sono davvero molte, sia come lavoratore autonomo che dipendente.
Lo sbocco naturale degli studi in meccanica è rappresentato dall’ambito produttivo e industriale, in cui l’ingegnere può rivestire un ampio ventaglio di ruoli: dalla progettazione, al controllo della sicurezza e della qualità dei processi di lavorazione, passando per tutte le attività inerenti la gestione e la supervisione dei macchinari, delle procedure e del personale addetto.
L’ingegnere meccanico può spendere le sue conoscenze in molti settori industriali diversi, dall’automobilistico all’energetico.
Attualmente, tra gli ambiti che fanno registrare la maggiore richiesta di nuove leve troviamo quello dell’impiantistica e della lavorazione dei materiali. Ne è un esempio la crescita delle imprese dedite alla lavorazione dei metalli e allo stampaggio di lamiere con alti spessori verificatasi a Roma e in tutta la regione Lazio, un segno evidente della vitalità di questo mercato, mantenutosi in salute nonostante le difficoltà vissute dall’edilizia nel corso della crisi economica.
Oltre a queste interessanti possibilità di impiego, gli ingegneri sono tra le figure professionali maggiormente richieste anche nell’ambito pubblico, dove possono trovare lavoro negli uffici amministrativi e tecnici sia dei grandi enti statali, che di quelli provinciali o regionali.
Anche nel caso del settore ingegneristico è possibile intraprendere il percorso accademico in ambito universitario e puntare al ruolo di ricercatore oppure di insegnante.
Intraprendere questo percorso rappresenta oggi una delle scelte più sicure e concrete per il proprio futuro, tuttavia, come già accennato, la motivazione è fondamentale per riuscire in questo complesso ambito di studio.