Il portale ceco Parlamentí Listy ha intervistao il celebre politologo Oskar Krejčí a proposito della situazione internazionale e delle prospettive che attendono l’Europa nel 2023. La sua disamina ha coinvolto i leader delle principali potenze mondiali e regionali, le cui scelte potrebbero condizionare pesantemente il corso del decennio. Ma l’ultima parola spetta comunque ai cittadini, chiamati a votare in USA e in Russia nel 2024. Il 2023 dovrebbe dunque essere un anno di preparazione a quell’evento elettorale che potrebbe determinare la fine o l’aggravarsi delle crisi e dei conflitti attuali.
Le elezioni e la guerra in Ucraina
Sulle prospettive di una prossima fine del conflitto ucraino, Krejčí rimanda il tutto alle elezioni presidenziali del 2024. Non è una scadenza poi così lontana, perché la campagna elettorale comincerà di fatto fra qualche mese. Che sia una campagna evidente e ufficiale oppure no, è chiaro che i cittadini inizieranno a farsi un’idea di come vorranno che sia il futuro, anzi probabilmente lo sanno già. Il politologo comunque non esclude che le armi cessino già quest’anno. Intanto vede una riorganizzazione dell’esercito russo formazioni di sfondamento e accerchiamento sullo stile della Seconda guerra mondiale. Per adesso si è segnalato come promotore della conciliazione fra le parti solamente il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che dal ruolo di mediatore può ottenere grandi vantaggi per il suo potere e per il suo governo.
La Cina e gli USA
Henry Kissinger avverte che l’avvicinarsi fra Russia e Cina è un pericolo. tra la Federazione Russa e la Cina. Lo ha detto anche il generale dell’esercito ceco Jiří Šedivý. Il professor Krejčí dal canto suo fa notare che è proprio l’Occidente a spingere Mosca nell’abbraccio con Pechino. E la NATO nemmeno nasconde i suoi intenti futuri, anzi li ha messi per iscritto nel “Concetto strategico del Patto Atlantico”. Secondo questo documento, la Cina minaccia gli interessi, la sicurezza e i valori: dunque Pechino è già nel mirino di Washington e Bruxelles, subito dietro al Cremlino. Vi sarà lo scontro frontale con gli Stati Uniti? Sì, ma soltanto se a guidare gli USA vi sarà qualcuno che ignora la strategia e vuole gettare il Paese in un conflitto nucleare e duque mortale. Diversamente lo scontro proseguirà in modo ibrido, proprio come oggi. Fonte: https://strumentipolitici.it/ucraina-una-trappola-per-la-nato-in-stile-afghanistan-intervista-al-professor-krejci/