Intervista a Simone Perugini in occasione dell’uscita del CD “Sinfonie” di Domenico Cimarosa

Il 21 marzo 2017 uscirà per l’etichetta discografica RC Record Label un nuovo cd dedicato alle sinfonie operistiche di Domenico Cimarosa. Nel cd saranno contenute ouvertures tratte dalle opere più celebri del compositore aversano (quali, ad esempio, quelle tratte dalle opere Il matrimonio segreto e Gli Orazi e i Curiazi), ma anche tratte da opere inedite (quali quelle tratte dalle opere Penelope, I Traci amanti, L’impegno superato. Un avvenimento di rilevanza culturale assai alta che rivelerà, a chi ancora non ne ha frequentazione, il grande talento del compositore italiano. L’esecuzione è affidata alla Harmoniae Chamber Orchestra di Londra, diretta da Simone Perugini.

Maestro Perugini, come mai, per il suo primo cd, ha scelto di registrare musiche di Cimarosa?

Per diversi motivi, primo fra tutti la mia tenace – e quasi patologica – convinzione dell’importanza della produzione cimarosiana all’interno della storia del melodramma italiano. Cimarosa, al proprio tempo, fu, assieme a Paisiello e a pochissimi altri, il compositore più ricercato, rappresentato, celebrato e imitato dai colleghi e dal pubblico italiano ed europeo. Mi sono sempre chiesto: «Ma se il pubblico di allora coltivava una vera e propria venerazione per lui, deve esserci un motivo». Questo motivo va scoperto, rivalutato attentamente e preso in seria considerazione, dato che gli uomini del Settecento non erano né più stupidi, né meno sensibili di noi.

Ed è riuscito a individuare il motivo?

Dopo tanti anni di ricerche (mi occupo di Cimarosa dal 1993, principalmente come musicologo e ricercatore, ma anche come interprete), mi sono reso conto che la genuinità del suo pensiero musicale, la perfezione formale del suo stile – approfondita da molti anni passati presso il Conservatorio di Santa Maria di Loreto sotto l’attenta guida dei maggiori insegnanti dell’epoca – e la sua attualità, facilità e felicità d’ascolto, dovuta all’eterno ripetersi dei meccanismi comici contenuti nelle sue opere, furono e sono gli elementi caratterizzanti della sua immediata fruizione adatta al pubblico di oggi esattamente come lo era al pubblico di allora.

Ci vuole parlare delle caratteristiche delle Sinfonie contenute nel CD?

Cimarosa, come tutti i suoi contemporanei di Scuola Napoletana vissuti nella seconda metà del Settecento, componeva opere in tempi assai brevi. Questo non tanto per la sua genialità (tutti gli altri compositori erano capaci di comporre in breve tempo), ma proprio perché la prassi produttiva del tempo e le strutture canoniche sulle quali venivano composti libretti e musiche, ne acceleravano il processo produttivo. Il maestro compose 65 opere (di cui si conservano gli autografi) e le Ouvertures adottate per esse sono caratterizzate da tre maxi-strutture, per così dire, di volta in volta utilizzate: fino alla prima metà degli Anni ’80, Cimarosa preferisce la struttura tripartita di scarlattiana tradizione (allegro-andante-allegro in tempo ternario), dalla metà di quello stesso decennio in avanti, abbandonata del tutto la forma tripartita, adotta forme più stringate e caratterizzate da un unico tempo veloce (con la struttura di forma sonata ridotta), a volte anticipato da una breve introduzione lenta di stile rapsodico.

Come ha incontrato Cimarosa nel corso della sua carriera?

Cimarosa fu un casto amore adolescenziale, diventato presto una specie di matrimonio: Io e lui siamo ormai una specie di coppia di fatto. Avevo tra i 17 e i 18 anni quando incontrai la sua musica per la prima volta. Nel paese in cui vivevo, Cortona, in provincia di Arezzo, ogni estate avevo la fortuna di poter collaborare con “Studio Lirico”, una sorta di Summer Program estivo per cantanti provenienti dagli Stati Uniti, dalla Svezia e da altri paesi. “Studio Lirico” era guidato da due pionieri della riscoperta cimarosiana, oggi purtroppo deceduti: Nick Rossi (musicologo) e Talmage Fauntleroy (regista). Ogni anno gli allievi del corso, guidati dai propri insegnanti, mettevano in scena un’opera inedita del repertorio comico italiano e la scelta, quasi tutti gli anni, cadeva su un lavoro di Cimarosa. E fu amore a prima vista…

Poi, nel corso degli anni, lei è diventato una figura di riferimento per tutti coloro che intendono studiare e approfondire l’opera di Cimarosa. Com’è avvenuta la trasformazione da “innamoramento adolescenziale” a “figura di riferimento”?

Tramite lenti passi progressivi che riassumo brevemente: ho fondato un’Accademia musicale (L’Accademia Lirica Toscana “Domenico Cimarosa”), sono stato contattato dall’editore musicale Artaria Editions Limited, per cui curo tutt’oggi le edizioni critiche delle opere cimarosiane da loro pubblicate, successivamente dall’etichetta discografica Naxos e dalla nuova etichetta Rc Record Label. Ho scritto e pubblicato tre saggi su Cimarosa. Così, piano piano, mi sono accorto che venivo sempre più frequentemente contattato da editori musicali, musicisti e musicologi che, per conto loro, volevano approfondire i propri studi sul compositore.

Per concludere, altri progetti discografici in futuro?

Sì, per adesso due. Ma solo di uno posso parlare, l’altro è ancora in fase di definizione; quindi, per scaramanzia, su quello taccio. Intanto, dopo il cd con le “Sinfonie”, uscirà a metà giugno, sempre per Rc Record Classic, una nuova registrazione della “Missa pro defunctis”, composta da Cimarosa ne 1787. Anche in questo caso, come in quello delle “Sinfonie”, l’esecuzione si avvarrà dell’edizione critica della partitura da me curata.

Letture preferite?

Non so bene cosa c’entri col resto dell’intervista, comunque rispondo: romanzi classici e giallistica. Se l’argomento poi mi interessa, aggiunga saggistica varia.

Laurie Farrel Smith

Harmonie Templum Chamber Orchestra PR