Inflazione e volatilità sono i rischi concreti sul mercato dei metalli critici

Per continuare ad alimentare il percorso verso la transizione energetica e digitale, occorrono sempre più materie prime di qualità. Questo aspetto stride con la generale scarsità di alcuni metalli. In sostanza c’è il rischio concreto che sul mercato si ampli notevolmente il divario tra domanda e offerta, generando volatilità e inflazione.

Quali sono i metalli critici a rischio inflazione

metalliLa necessità di realizzare infrastrutture come server, data center, impianti energetici per la transizione energetica e digitale spinge la richiesta domanda di alcuni tipi di metalli critici.
Si tratta di materie prime che per loro struttura fisica e caratteristiche economiche non sono rinnovabili ne’ possono essere sostituiti nei processi. Per questo sono generalmente più costosi dei metalli più comuni.
Tra questi ci sono Zinco, Nichel, Rame, Stagno, grafite, Silicio, Litio, Tungsteno e tre elementi delle terre rare ossia il Disprosio, il Praseodimio e Neodimio (questi ultimi due sono considerati ultra-critici).

Domanda, offerta e prezzo

Dal momento che la domanda è destinata a crescere di più di quanto riesce a fare l’offerta, si innescherà una forte volatilità sui prezzi. Per fare un esempio concreto prendiamo il Litio. Se prendiamo le quotazioni storiceh su un broker affidabile, possiamo vedere che tra la fine del 2020 e la fine del 2022 il prezzo era salito da 76mila yuan/tonnellata a 600mila. Nell’ultimo biennio è nuovamente precipitato sui 75mila.

Questo pericolo sarà tanto maggiore se ci saranno degli shock negativi dal lato dell’offerta (fermo produzione a causa di eventi climatici, problemi nel trasporto dalle miniere alle aziende di lavorazione, ecc). Potremmo assistere a forti impennate dell’inflazione di questi metalli.

Il riflesso sulle società estrattive e metallurgiche

Allo stesso tempo, la volatilità del prezzo de metalli critici innescherà un effetto analogo sulla valutazione delle società minerarie e metallurgiche sul mercato azionario.
Anche qui possiamo fare un esempio: Boliden AB, multinazionale svedese di metalli, estrazione e fusione, tra il 202 e il 2022 era salita da 150 euro a 504 euro, poi è precipitata verso 330. Durante questo periodo il relative volatility index RVI è schizzato da un picco all’altro.

Tutto ciò evidenzia che il mercato dei metalli critici da un lato può generare un concentrato di opportunità, ma dall’altro rende il contesto rischioso e instabile. Va sottolineato che il 75% delle miniere industriali è concentrato in soli 13 paesi: Russia, Cina, Australia, Stati Uniti, Indonesia, Brasile, Canada, Cile, Sudafrica, Perù, Guyana, Argentina e India. In alcuni di questi il quadro geopolitico è instabile, e gli shock sono più probabili.