Il mutuo per le minoranze islamiche

Negli ultimi decenni, in Italia sono cresciute di molto le comunità islamiche. Come tutti gli altri cittadini hanno diritto naturalmente ad acquistare una casa come tutti gli altri cittadini, ma il problema sorge al momento della richiesta di mutuo o di altri interventi per la ristrutturazione e la sostituzione degli impianti di riscaldamento, dei sistemi di sicurezza della casa.

Cosa stabilisce il diritto islamico?

Infatti, il Corano e la tradizione islamica in generale vietano il prestito a interesse, in quanto condannano l’usura.

Dunque, stando al diritto islamico, il mutuo sarebbe vietato in quanto non è possibile applicare interessi su una somma di denaro, sia in maniera attiva che passiva.

Per questo motivo il mutuo, per non contravvenire al diritto islamico, è imposto a tasso zero. Questa procedura è valida naturalmente nei paesi islamici, ma anche in Europa. Dunque, essendo il mutuo di fatto vietato dal Corano, si è pensato e realizzato una sorta di acquisto a rate, per quanto riguarda le case.

Coma paga il mutuo un cittadino islamico

L’inquilino, dunque, non paga alla banca ma è costretto a spendere una cifra maggiore per l’affitto secondo una stima precedentemente concordata dall’area territoriale; al termine del pagamento di questo mutuo alternativo, il cittadino islamico può riscattare la casa.

Caratteristiche della finanza islamica

Acquistare una casa dove crescere la propria famiglia è il desiderio di molte persone ma purtroppo la realtà di pochi. Negli ultimi anni accendere un mutuo è diventata un’operazione sempre più difficile, soprattutto perchè le banche richiedono una serie di garanzie e requisiti specifici. Ci sono alcune persone che invece non possono richiedere mutui o prestiti per motivi religiosi, come nel caso delle comunità islamiche.

All’interno del Corano viene vietato ai musulmani anche di aprire un conto corrente, la speculazione e il prestito di somme di denaro a interesse (Riba) sono considerate vietate e atteggiamenti scorretti e tipici degli usurai. Giuseppe Mansur, promotore finanziario e socio di un ente che si occupa della certificazione islamica delle imprese in diversi ambiti, ha dichiarato che in Italia la comunità islamica è formata da un milione e quattrocento mila musulmani, alcuni dei quali sarebbero interessati a prodotti bancari e assicurativi che rispettino però le regole della legge islamica. La finanza islamica è nata nel 1970 in Medio Oriente e rispetta le regole della Sharia, la legge islamica, che stabilisce il divieto di chiedere interessi su un prestito, in quanto considerati una forma di usura, la condivisione dei rischi e dei profitti dei debitori e dei creditori e l’obbligo di appoggiare le transazioni finanziarie su un attivo reale, quindi sono esclusi i prodotti derivati. In base al Corano il denaro non può rimanere fermo e creare altro denaro, ma deve essere investito e fatto crescere con attività concrete e soprattutto produttive, ad esempio gli immobili.

Le banche islamiche seguono una politica molto diversa da quelle delle banche che si trovano nel mondo occidentale e quindi anche in Italia. Nel caso in cui un musulmano desideri comprare un’abitazione e si rivolge ad una banca, sarà quest’ultima ad occuparsi dell’acquisto dell’immobile, che poi concederà in affitto al cliente, dietro il pagamento di diverse rate mensili. Al termine del pagamento di tutte le rate il cliente diventerà il reale proprietario dell’abitazione. Dalla loro nascita le banche islamiche sono cresciute a un tasso annuo del 15% e hanno un giro d’affari dell’1% del mercato finanziario globale. Negli ultime anni le obbligazioni islamiche, chiamate Sukuk, sono cresciute notevolmente, nel 2007 l’emissione di titoli che rispettano le leggi islamiche è stato maggiore ai trenta miliardi di dollari.