Il ministro Rixi inaugura la mostra del maestro Maquignaz a Milano

È tuttora in corso la mostra di successo del Maestro Gabriele Maquignaz, che espone alla Lattuada Gallery di Milano, situata proprio nel cuore della città.

Big Bang è il titolo della mostra, che vuole sviluppare una visione di insi­­eme del lavoro del talentuoso artista, amato da Vittorio Sgarbi per il suo fare arte con passione e follia e molto vicino al grande critico Philippe Daverio, attraverso il corpus di opere più recente, le Porte dell’Aldilà e i Big Bang, cicli caratterizzati da due linguaggi espressivi differenti ma che si richiamano a vicenda. Partendo da una forte ispirazione, in cui si avverte l’influenza di Fontana, Burri e Richter, l’artista valdostano concepisce l’atto creativo come un gesto di apertura di una porta verso il mondo “al di là”.

Attraverso pittura e scultura, la manualità creativa di Gabriele Maquignaz, giunta a maturità, trova voce e manifesta la necessità espressiva dell’artista, tanto fisica quanto spirituale. Vita e morte divengono i punti cardinali entro cui orientare la sua ricerca artistica e spirituale per ritrovare la propria essenza. Sono questi gli elementi che concorrono nella definizione del manifesto Codice Aldilà, creato e presentato nel 2018 al pubblico dallo stesso Maquignaz. Con esso, per la prima volta nella storia artistica, il Maestro ha aperto la Porta per l’Aldilà, unendo spazio e tempo nell’arte e superando i concetti di Spazialismo e di Fontana, mettendo in comunicazione la dimensione terrena e quella ultraterrena attraverso un’azione consapevole e codificata, quella del taglio.

Il capitolo successivo alla Porta dell’Aldilà risale fino alla più assoluta profondità del cosmo, all’origine di tutte le cose, il Big Bang. E lo fa grazie ad uno strumento tanto originale quanto contradditorio sul piano artistico: il fucile. Tramite un’arma, infatti, Maquignaz ricrea la vita e la bellezza trasponendo la sua potenza sulla tela, in un’oggetto eternato in un’opera d’arte. Lo sparo, da atto violento, nocivo e letale, diviene il gesto creativo per eccellenza e la tela – perforata, ferita, satura di colore – si trasforma in un passaggio per raggiungere l’eternità dell’universo.