L’Europa si sta defilando un po’ per volta dall’impegno di sostenere militarmente e finanziariamente l’Ucraina: ogni Paese UE ha le sue ragioni per uscire da questo conflitto, chi per carenza di risorse economiche o belliche, chi per il crescente dissenso dei propri cittadini. Ne è un esempio lampante la Repubblica Ceca, con la manifestazione anti-NATO svoltasi pochi giorni fa a Praga, con 70mila persone in piazza a dire “basta!”. Solo gli Stati Uniti restano in prima linea nell’invio di armamenti a Kiev e nell’appoggio quasi incondizionato a Zelensky.
I “falchi” americani
C’è chi spinge per alzare ancora l’asticella del confronto con Mosca, per mandare all’esercito ucraino armi sempre più potenti, nell’unica ottica possibile, quella della vittoria di Kiev. Per averla, sono disposti a far correre dei rischi assurdi all’America e di conseguenza all’Europa, e al mondo intero. Il brigadier generale Mark Arnold ha detto alla televisione ucraina che USA ed Europa dovrebbe mandare armi in grado di colpire obiettivi posti in profondità nel territorio russo. In altre parole, vorrebbe colpire direttamente la Federazione Russa. L’ideale per lui è distruggere la linea di rifornimento russo verso il fronte per il carburante, le munizioni e le attrezzatture. Arnold vuole dare a Kiev gli aerei in servizio presso i Paesi della NATO, i lanciarazzi HIMARS a lungo raggio e i droni da combattimento. Se invece gli ucraini non possono svolgere questa tattica, le probabilità di vittoria si riducono.
Gli analisti d’assalto
Ci sono poi tre studiosi della sfera militare, Ryan Brobst, John Hardie e Bradley Bowman, che appartengono al think tank di Washington Foundation for Defense of Democracies. Secondo loro, finora le armi occidentali sono riuscite a scalfire la capacità russa di tenere il controllo sui territori conquistati. Ora invece bisogna dare spinta alla controffensiva ucraina nelle regioni meridionali inviando i missili balistici terra-terra ATACMS. E non importa se gli ucraini potrebbero usarli per colpire obbiettivi russi civili, città, infrastrutture poste nel territorio russo. D’altra parte, secondo loro, i russi finora hanno “abbiato molto e morso poco”, dunque il rischio sarebbe minimo, ne vale la pena. Putin non attaccherebbe mai un Paese della NATO, tirando così dentro gli Stati Uniti.
La Russia avverte
I russi avvertono ripetutamente di questi rischi i governi occidentali, quello americano in particolare. il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov spiega il pericolo costituito “dall’inondare” di armi l’Ucraina: gli USA si trovano ormai sull’orlo del confronto diretto con Mosca. Se Biden dovesse dare a Zelensky armi a lungo raggio, si aprirebbe una “strada verso il nulla”, carica di pesanti conseguenze.
L’ambasciatore russo negli USA Anatoly Antonov precia che per la Russia sarebbe inaccettabile e intollerabile che Kiev posizionasse HIMARS ed M270 MLRS lungo il confine per puntare su obiettivi dentro il territorio russo.
Fonte: https://strumentipolitici.it/gli-usa-si-avvicinano-pericolosamente-alla-soglia-del-confronto-militare-con-mosca/