
Il caso preso in esame dai giudici di Strasburgo metteva in evidenza la contraddizione che c’era tra la possibilità di fare un’amniocentesi per poter eventualmente interrompere una gravidanza, nel caso ci fossero stati gravi motivi di salute per il feto, e l’analisi preimpianto, nelle pratiche di fecondazione medicalmente assistita, che veniva praticata con le stesse finalità, ovvero per garantire a salute del feto e della puerpera.
Ora dopo il rigetto del ricorso presentato dal Governo Italiano, adesso all’Italia dovrà adeguarsi alla normativa europea che, in ambito di analisi di preimpianto per le pratiche di procreazione medicalmente assistita, è meno restrittiva. Naturalmente, a fare da controcanto a questa sentenza c’è la questione morale dei diritti dell’embrione
La notizia che la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha chiuso definitivamente la questione ‘europea’ della legge 40/2004 ha dato nuova forza ai rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni. Filomena Gallo, avvocato e segretaria dell’associazione, ha spiegato che allo stato attuale, ai trattamenti di fecondazione assistita possono accedere solo le coppie sterili e solo queste coppie possono fare indagini ‘legalmente’ sullo stato di salute dell’embrione.
Alle coppie fertili, ma affette da malattie genetiche, come l’anemia mediterranea, invece questa possibilità è preclusa. “Con la bocciatura del ricorso presentato dal Governo da parte della Corte europea – ha chiarito l’avvocato Gallo – la Legge 40 dovrà essere adeguata alla Carta europea dei diritti dell’uomo, come previsto dalla sentenza della stessa Corte lo scorso 28 agosto, ora divenuta definitiva, prevedendo l’accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita anche per le coppie fertili portatrici di patologie trasmissibili ai figli”.
Naturalmente anche questa sentenza, seppur definitiva, non fermerà il dibattito sull’opportunità o meno della possibilità di scegliere l’embrione da impiantare. Abbiamo chiesto al Dottor Antonio Scotto, direttore del Centro di Fecondazione Assistita, studio e terapia della coppia infertile, un parere su questa vicenda “Quello del diritto degli embrioni non impiantati è, che è uni dei punti centrali di tutta la questione morale”, dice il Dottor Scotto, “è un problema non problema, visto che nessun embrione non impiantato viene distrutto e, anzi, viene conservato in apposite criobanche. Poi, il controsenso di considerare legale e quindi ‘consigliabile’ la pratica della amniocentesi, un esame piuttosto invasivo, oltre che per il feto, invece dell’analisi preimpianto, che non mette al rischio nè feto nè donna, ha in sé un seme di illogicità che mette decisamente in secondo piano qualsiasi rischio concettuale e pratico di eugenetica”
Fabrizio Morrone
Centro Fecondazione Assistita
Centro Fecondazione Assistita