Molto spesso le emergenze sembrano nascere dal nulla, e invece fanno soltanto affiorare problemi e situazioni che erano nascoste sotto al tappeto. Quelle in cui tutti vedono il rischio, ma evitano di affrontarlo finché non esplode l’emergenza. E’ il caso assai attuale della crisi energetica. Scoppiata subito dopo l’estate, anche se i prezzi avevano cominciato a correre già da giugno.
La crisi energetica annunciata
Molti hanno dato la colpa principalmente a due fattori, ossia alla transizione energetica e al Covid, ma non è così. In realtà il problema vero è che la situazione era già da tempo strutturalmente insostenibile. Pandemia e transizione energetica hanno solo ampliifcato l’emergenza, ma non sono stati la causa della crisi energetica in corso.
Bisognava intervenire in tempo
Nessuno nega che la crisi energetica attuale è il frutto di una congiuntura particolarmente sfavorevole, nella quale tutto quello che poteva andare storto… è andato storto. Però che ci sarebbe stata la ripresa delle attività economiche dopo i mesi di lockdown si sapeva.
Nessuno però si è preoccupato di intravedere i problemi che una domanda improvvisamente forte avrebbe provocato. Nei tempi di pandemia, i Paesi avrebbero potuto fare gli investimenti che avrebbero potuto rinforzare l’output complessivo. Ma non l’hanno fatto. E così un problema serio che però avrebbe potutto essere affrontato, si è propagato come le onde elliott wave finendo per travolgere tutti.
Troppa dipendenza dall’estero
La lungimiranza sarebbe stata necessaria soprattutto per quesi paesi che nel corso del tempo non hanno saputo diversificare, perchè non è mai sano dipendere così fortemente da un’unica risorsa. Specialmente se importata. Occorrevano strategie energetiche di ampio respiro, e non strategie a breve termine adottate di volta in volta per risolvere il problema minore, lasciando senza risposta quello più grosso.
In questo senso l’Italia è il paese europeo che, dopo Cipro e Malta, dipende di più dall’estero. L’esito è che i paesi produttori, dal Qatar alla Russia, possono permettersi di ritoccare al rialzo i prezzi e vendere al migliore offerente.
La corsa del gas naturale
Dalla fine giugno i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica hanno iniziato a correre e da allora non si sono più fermati. Il gas è schizzato invece in pochissimi giorni sui massimi da febbraio 2014. Si tratta di una risorsa per la quale l’Italia dipende dall’estero in misura maggiore rispetto agli standard continentali.
E siccome l’inverno è ancora lontano, è senz’altro il caso di preoccuparsi.