Claudio Descalzi: Eni, la presentazione del nuovo Piano Strategico 2022-2025

Eni presenta alla comunità finanziaria il nuovo Piano Strategico 2022-2025, l’AD Claudio Descalzi: “Il nostro impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati che ci consentono di garantire la sicurezza energetica e la riduzione delle emissioni”.

Claudio Descalzi

Eni Capital Markets Day: l’intervento dell’AD Claudio Descalzi

Presentato alla comunità finanziaria lo scorso 18 marzo dall’AD Claudio Descalzi, il nuovo Piano Strategico 2022-2025 delinea il percorso che Eni seguirà per continuare a garantire ai propri clienti sicurezza energetica e a ridurre le emissioni. “La guerra in Ucraina ci sta costringendo a vedere il mondo in modo diverso da come lo conoscevamo. Si tratta di una tragedia umanitaria, che ha generato nuove minacce alla sicurezza energetica e alla quale dobbiamo fare fronte senza abbandonare le nostre ambizioni per una transizione energetica equa”, ha spiegato non a caso l’AD di Eni introducendo il Piano. Tecnologie proprietarie, nuovi modelli di business, alleanze con gli stakeholder: “La nostra strategia ci ha consentito di essere pronti ad affrontare questa sfida. La nostra risposta immediata alla crisi attuale è stata quella di ricorrere alle nostre alleanze consolidate con i Paesi produttori per reperire fonti sostitutive di energia da destinare alle necessità europee. Siamo in grado di rendere disponibili sul mercato oltre 14 TCF (trillion cubic feet) di risorse addizionali di gas nel breve e medio termine”. Queste azioni, ha aggiunto Claudio Descalzi, accompagnano “il nostro impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati, che ci consentono di garantire la sicurezza energetica e la riduzione delle emissioni, proponendo ai nostri clienti un’ampia offerta di prodotti e servizi energetici decarbonizzati”.

Claudio Descalzi: assicurare le forniture di gas ai mercati premium attraverso un portafoglio globale

“Il risultato di questo approccio strategico supporta la decisione di accelerare il nostro percorso verso le zero emissioni nette, con un taglio del 35% delle emissioni scope 1, 2 e 3 entro il 2030, e dell’80% entro il 2040 rispetto al 2018”, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi. In quest’ottica Eni prevede di aumentare la quota dei propri investimenti dedicati alle nuove soluzioni energetiche ad almeno il 30% entro il 2025, raddoppiando al 60% entro il 2030 e fino all’80% al 2040. E “per velocizzare la transizione e rivolgere un’offerta migliore ai nostri clienti abbiamo creato una serie di società satelliti dedicate che si affidano alle nostre tecnologie proprietarie, ai nostri efficienti modelli operativi e alle forti alleanze con gli stakeholder”: l’AD ha ricordato in merito “la creazione di Plenitude, Vår Energi, Azule (la nostra joint venture con BP in Angola) e la recente quotazione di Energy One (la prima SPAC quotata a Londra focalizzata sulla transizione energetica)”, a riprova del “nostro impegno ad attrarre nuovi investimenti e definire il giusto equilibro tra allocazione delle risorse e loro rendimento”. In linea con questa strategia “stiamo riunendo le nostre bioraffinerie, le stazioni di servizio e le attività di ride sharing in un’unica entità dedicata alla mobilità sostenibile”. Fondamentale quindi la disciplina finanziaria che Eni considera una componente strutturale nell’esecuzione della strategia di transizione. “Il nostro piano industriale, supportato dal continuo rafforzamento della nostra posizione finanziaria, attraverso l’efficiente gestione del capitale e l’ottimizzazione del portafoglio, ci consentono oggi di migliorare ulteriormente la nostra già competitiva remunerazione degli azionisti”, ha ribadito l’AD. Parole che trovano conferma nei numeri inclusi nel Piano: assumendo un prezzo Brent di 80$ al barile, si prevede un Flusso di cassa operativo (ante capitale circolante al costo di rimpiazzo) superiore a 14 miliardi di euro che supporta un miglioramento della politica di remunerazione nel 2022, con un dividendo complessivo annuale aumentato a 0,88 euro per azione, un programma di buyback da 1,1 miliardi di euro e ulteriori importi per scenari superiori a 90 $/bbl.