L’amministrazione Biden spinge con insistenza per arrivare al summit del G7 con in tasca l’approvazione al suo piano di finanziamento all’Ucraina. Secondo il Financial Times i Paesi poco propensi all’idea di sfruttare i patrimoni russi congelati in Occidente hanno cambiato idea dopo la pressione diplomatica americana.
Il piano americano di finanziamento a Kiev
Si tratta dell’ennesimo piano di Washington per assistere finanziariamente l’Ucraina. E’ un Paese tecnicamente fallito e di fatto in svendita totale. Un giorno si saprà chi ha pagato davvero per aiutarlo e chi intanto ingrassava mangiando pezzi del cadavere statale. Per adesso, però, il grande fratello americano chiede ai partner occidentali di dare ancora. Stavolta si può contribuire in modo intelligente, approfittando dei patrimoni russi congelati. Bisogna far arrivare in anticipo i soldi a Kiev, dice Biden. Diamo un prestito tutti noi del G7, poi le coperture le troviamo coi profitti generati dai 350 miliardi di dollari degli asset russi congelati illegalmente dopo il 2022. Se ne ricaverebbero forse 50 miliardi servirebbero a finanziare le operazioni militari estive delle forze ucraine.
La diplomazia economica degli USA
Per convincere i membri del G7 riluttanti, l’amministrazione Biden ha messo in campo la sua diplomazia economica. Come riferito al Financial Times da alcuni funzionari occidentali, i Paesi poco disposti avrebbero mutato atteggiamento dopo le pressioni di Washington. Pare si trattasse di Francia, Germania, Italia e Giappone. Il loro timore è creare un pericoloso precedente di appropriazione di beni statali da parte di Stati esteri. Oltre ai tormentati aspetti giuridici, c’è l’incognita di come reagiranno i mercati finanziari. Ora il compito degli specialisti dei dicasteri finanziari dei membri è di definire i dettagli tecnici. Dopo la decisione politica, infatti, ci saranno comunque da superare gli ostacoli procedurali e burocratici.
Le elezioni di novembre come termine ultimo
Biden deve sbrigarsi. L’ombra di Trump si staglia sul futuro dell’assistenza americana a Kiev. Le elezioni di novembre incombono e le previsioni danno l’ex presidente in vantaggio. Dunque “Sleepy” o “Creepy” Joe deve fare in fretta se vuole compiere il suo progetto sull’Ucraina. Se al G7 di giugno che si terrà in Italia i leader dei vari Paesi prenderanno la decisione politica sul nuovo finanziamento, allora anche un ritorno di Trump non dovrebbe pregiudicare il pacchetto di denari già destinati. Intanto le difese ucraine cadono, i russi avanzano lentamente ma sfondano. La posizione di Zelensky traballa. Il suo mandato è scaduto la settimana scorsa e sta al potere solo con alla legge marziale. Fonte: https://strumentipolitici.it/pressioni-americane-sui-membri-del-g7-per-far-approvare-lennesimo-piano-di-finanziamento-a-kiev-da-decine-di-miliardi/