Banche italiane e guerra in Ucraina, l’esposizione verso Mosca penalizza UniCredit

L’invasione della Russia in Ucraina non ha creato soltanto una catastrofe umanitaria, ma anche uno tsunami economico che in primo luogo ha riguardato i prezzi dei beni energetici e dei prodotti alimentari, ma coinvolge anche il mondo delle banche italiane.

La guerra e le ripercussioni per le banche

banchePer comprendere le ragioni di questo contraccolpo, occorre sottolineare che in base ai dati della Banca dei regolamenti internazionali, sul finire del 2021 le banche dell’Europa occidentale erano creditrici verso la Russia per circa 91 miliardi di dollari.
Sembre in base ai dati della BRI, le banche italiane sono quelle maggiormente esposte assieme alle francesi, per rispettivamente 10 e 15 miliardi di dollari.
Tanto, se pensiamo che l’esposizione verso le controparti ucraine di tutto l’Occidente non arriva neppure 9 miliardi di dollari.

Esposizione verso un Paese traballante

Nel momento in cui sono scattate le sanzioni da parte dell’Occidente, la situazione economica e finanziaria della Russia ha cominciato a traballare. E questo inevitabilmente si ripercuote sulla qualità degli asset detenuti dalle banche.
A livello di singoli istituti, sono Société Générale e UniCredit le due banche europee con le maggiori operazioni in Russia. Il resto sono per lo più operatori Non ESMA. Non è quindi un caso se dopo lo scoppio del conflitto, i titoli di questi due istituti abbiano sofferto pesanti perdite in Borsa.

Rischi, valuta, e qualità

Va poi rimarcato che una bella fetta di impieghi riguarda posizioni locali in valuta locale. Anche se la maggior parte delle banche “copra” anche il rischio valuta, il calo del rublo russo è stato davvero troppo pesante, travolto da una ondata di volatilità. La valuta di Mosca è precipitata di circa il 30% dall’inizio del conflitto. Questo significa che i crediti delle banche si sono svalutati quasi dello stesso importo.

Inoltre si aggiunge pure un altro aspetto, ossia il rischio. Essere creditore verso un Paese che vacilla sempre di più, significa che il rischio che quel crerdito si trasformi in carta straccia è aumentato. Nel 2022 potrebbero quindi esserci oneri di svalutazione assai elevati, intaccando gli utili operativi.
Tuttavia gli alti livelli di profitto operativo pre-impairment dovrebbero mitigare l’impatto negativo.

La sanzioni

Infine, a tutto questo si aggiunge poi un altro aspetto. Le banche che fanno più affari con la Russia, dovranno necessariamente adeguarsi alle sanzioni internazionali contro Mosca. Di consegeunza la loro capacità di gestire le esposizioni russe, anche nei loro portafogli di negoziazione, sarà influenzata dalle sanzioni.