Il rischio che in Ucraina vengano contrabbandate le armi inviate dai partner occidentali è concreto e impellente. È questa la conclusione a cui sono giunti gli organismi internazionali di polizia e diversi governi europei, oltre a quello americano. Da più parti dunque sta giungendo a Kiev la sollecitazione a fare qualcosa per fermare o impedire che le armi date all’esercito finiscano sul mercato nero o nelle mani della criminalità organizzata. Purtroppo non solo quelle: da quando a marzo il presidente Volodymyr Zelensky diede ordine di distribuire fucili ai civili, le armi leggere possono essersi diffuse nel Paese con relativamente scarso controllo, e sono proprio questi gli articoli più appetibili per le bande criminali.
La denuncia dell’Europol
Le inchieste dell’Europol (agenzia dell’Unione Europea che coordina la lotta al crimine sul territorio dei Paesi membri) in Ucraina erano già iniziate nel 2017, quando in Donbass la guerra civile “a bassa intensità” infuriava in modo subdolo così come lo smercio di armi di contrabbando. L’Europol aveva confiscato parecchio materiale bellico che si trovava in depositi vicino al confine con la Moldavia. E anche oggi la denuncia riguarda “quantità significative” che vengono ammassate in zone di confine coi Paesi UE, ma il rischio si è allargato alle armi leggere che sono finite in mano ai civili grazie all’ordine dato dal presidente Zelensky a marzo. Si presume che molti dei cittadini ucraini armati, poi divenuti profughi, abbiano usato le armi per “comprare” dalla criminalità organizzata un passaggio fino all’Europa o per avere denaro liquido.
La denuncia dell’Interpol
La denuncia dell’Interpol (International Criminal Police Organization) riguarda invece i rischi futuri per il traffico delle armi occidentali in Ucraina. Il capo dell’organismo, Jürgen Stock, dice che in base a quanto già visto dopo i precedenti conflitti è facile prevedere che, non appena cesseranno ufficialmente le ostilità, la grande quantità di materiale militare “sprofonderà” nell’economia sommersa dell’Ucraina per poi ricomparire nelle mani della criminalità in qualche Paese europeo oppure in quella di organizzazioni terroristiche altrove nel mondo. Le armi leggere saranno quelle più richieste, perché sono facili da nascondere e trasportare, e sono ideali per gli scopi delle bande di malviventi. Ma il rischio c’è anche per altri articoli, come i fertilizzanti, che sono divenuti costosi e richiesti su molti mercati.
Le preoccupazioni di Washington
Il Ministero della Difesa russo ha già sollecitato i Paesi occidentali a verificare la sorte delle armi che inviano in Ucraina, ma a Kiev minimizzano e bollano queste parole come “banale propaganda” tesa a fermare l’afflusso di armi. Ma gli Stati Uniti dicono di prendere sul serio la faccenda. La paura di Washington è che le sue tecnologie difensive da miliardi di dollari finiscano nella mani sbagliate: è in sintesi ciò che ha dichiarato il sottosegretario di Stato americano per il controllo degli armamenti e gli affari di sicurezza internazionale Bonnie Jenkins in una recente conferenza stampa a Bruxelles. I giornalisti le hanno chiesto cosa fanno gli USA per contrastare il fenomeno del traffico di armi date all’Ucraina e se invieranno degli ispettori per controllare come e dove vengono usate dagli ucraini.
Fonte: https://strumentipolitici.it/libia-tra-bashagha-e-dabaiba2-ci-sono-i-cittadini-vittime-del-conflitto-politico-intervista-ad-assad-zhew/