Antonio Cospito – Prima il successo, il superlavoro, la televisione. Poi la malattia, la disabilità, lo scoraggiamento.

A fare da filo conduttore tra la prima e la seconda vita di Antonio Cospito 49enne originario di Matera trapiantato prima in Lombardia e poi in Piemonte, è la fede anche se sofferta, messa duramente alla prova da diverse patologie degenerative che lo ha colpito da qualche anno. Consacrato laico fra i dehoniani oranti dal 2009, vive insieme a Natale Maroglio, un altro consacrato 68enne che lo assiste instancabilmente durante ogni ricovero in ospedale e lo conforta.

«Il 22 Marzo 2017 ho ricevuto la visita del vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, che mi ha invitato a vedere la mia stanza come una cella di fede, di preghiera. “Nella tua situazione stai vivendo la Passione”, mi ha detto, trasmettendomi una grande pace e consolazione. In tale occasione mi sono confessato, fatto la comunione, e ricevuto l’unzione degli infermi. Mi sento rinato, pieno di speranza», riferisce Antonio, vulcanico anche se costretto a una mobilità limitata. 

Ha firmato decine libri di spiritualità (alcuni a quattro mani con il confratello Maroglio) e brani musicali, fra i quali il primo in assoluto dedicato a papa Francesco, poche ore dopo la fumata bianca del conclave di quattro anni fa. 

Ma la sua passione per le note inizia fin da ragazzo, nella sua parrocchia: «A 14 anni ero responsabile della corale polifonica e del canto nel gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito Santo».

Già da allora la sua famiglia di origine contrastava questo cammino di fede, nonostante l’appoggio del parroco. «Qualcuno mi disse che ho il carisma di citare la Parola per consolare le persone», ricorda.

Dopo il diploma, fonda con alcuni compagni di scuola una band di musica leggera, che lo porta in tour per le piazze della Calabria, della Puglia e della Basilicata. In seguito apre un bar-pizzeria-ristorante con musica dal vivo, «in cui si sono esibiti anche cantanti famosi».

Nel 1995 si trasferisce a Milano e lavora in un bar. Poi a Cologno Monzese inizia la sua collaborazione per diverse società come direttore artistico e per alcuni programmi televisivi di Mediaset e Rai come organizzatore del pubblico.

Si avverte nella voce un pizzico di nostalgia quando ripercorre gli anni trascorsi negli studi di “Scherzi a parte” con Teo Teocoli e Gerry Scotti, “Super” con Laura Freddi e Gerry Scotti, “Jammin” con Federica Panicucci, “Ore 12” sempre con Scotti, “Ci vediamo in Tv” con Paolo Limiti, “Ok il prezzo è giusto!” con Iva Zanicchi.

«Ho seguito pure per diversi anni casting, videoclip e le selezioni dell’Accademia di Sanremo, Sanremo Rock, collaborando con diversi big della canzone italiana e un grande maestro di orchestra come Vince Tempera».

Nel tempo libero Antonio si dedica al volontariato presso l’ospedale di Desio e all’animazione liturgica della Messa festiva in rito ambrosiano. «Guidavo anche la preghiera del rosario, intervallando i misteri con un canto; i pazienti mi ringraziavano prima di tornare nelle loro stanze». 

Finché, dopo un accurato discernimento, otto anni fa si trasferisce nella provincia di Cuneo e decide di professare il voto di castità diventando un dehoniano orante: «Conoscevo la loro spiritualità e ho scelto di dedicarmi a Dio, dopo aver compreso che il matrimonio non era la mia strada». Scelta condannata dai genitori, dalla sorella più grande, dal fratello minore e dai parenti, che hanno interrotto i rapporti con lui: «Hanno detto che mi considerano morto, un motivo di sofferenza ulteriore», confida. 

Al dolore umano e psicologico si aggiunge quello fisico: prima un carcinoma alla prostata, poi altre patologie progressive alla colonna vertebrale e un deficit alla mano destra, che ne limitano i movimenti e lo obbligano a tenere durante il giorno un collare cervicale oltre a un’imbracatura al braccio.

Ma Antonio, costretto ad abbandonare l’amato lavoro, non si arrende: «Subito dopo l’elezione di papa Francesco, la sera del 13 marzo 2013, ho scritto testo e musica di un pezzo dedicato a lui, sulla profezia dell’umiltà. Poi gli ho spedito il cd con una lettera e lui mi ha risposto inviandomi la Benedizione Apostolica».

Qualche mese dopo, il 5 giugno, all’udienza generale in Vaticano l’abbraccio con Bergoglio, che si ripete il 21 giugno 2015, durante la sua visita pastorale a Torino. Il 25 marzo avrebbe dovuto partecipare alla Messa presieduta dal Santo Padre al Parco di Monza, ma ha dovuto rinunciare per un malore. Dopo aver scritto a Papa Francesco, quasi per giustificare la sua assenza alla Messa di Monza.

Il 03 Aprile 2017 riceve un pacchettino dalla Prefettura della Casa Pontificia di Città del Vaticano, che conteneva la Benedizione Apostolica e la coroncina del Santo Rosario con l’effigie del Vaticano.

Nel suo ultimo volume, Antonio Cospito e Natale Maroglio hanno voluto raccogliere messaggi e discorsi del pontefice.

«A volte consolo gli altri e non riesco a consolare me stesso; mi sento abbandonato anche dalle istituzioni – conclude Antonio –. Ma il Signore agisce di continuo nella mia vita attraverso tanti piccoli segni e doni: una telefonata, una visita, una parola. Quando hai Cristo come amico, hai gioia e felicità, e Il Giubileo della misericordia ci ha ricordato che Lui ci aspetta a braccia aperte, come fa il padre con il figlio prodigo. Con questa consapevolezza ogni sofferenza fisica può essere alleggerita e vissuta con la serenità che ti può dare solo Dio».

«Da diversi anni ho iniziato con altri amici, ad occuparmi di ufficio stampa ed abbiamo fondato Area Stampa 360 (http://www.areastampa360.com)».