Modem libero: differenziarsi con la smart home

La delibera AGCOM sulla libera scelta del router in Italia è definitiva. Molti utenti tuttavia non ne hanno ancora percepito la portata e numerosi operatori internet pare abbiano già trovato escamotage per mantenere lo status quo (router imposto) nonostante dal 31.12.2019 chiunque possa avvalersi del router che desidera. A lungo termine però questa strategia non pagherà: la vera differenziazione passa per la smart home.   

Berna – La ULE Alliance, organizzazione no-profit impegnata nello sviluppo del pieno potenziale della tecnologia DECT ULE (Ultra Low Energy) per l’IoT (Internet of Things), guarda con ottimismo all’introduzione della libera scelta del router in Italia. Si tratta di una svolta epocale che favorirà l’innovazione e la concorrenza sia tra i produttori che commercializzano i propri router sul libero mercato, sia tra gli stessi operatori Internet, alla stregua di quanto successo in Germania, nonostante gli scenari apocalittici dipinti inizialmente dagli operatori. “In oltre due anni i provider tedeschi hanno modificato la propria offerta, senza imporre alcun router con sovrapprezzi per ‘adeguare la linea’ in presenza di router di terze parti (un escamotage che – secondo alcune voci – starebbe purtroppo prendendo piede tra gli operatori italiani per mantenere lo status quo), bensì aggiungendo valore ai propri servizi attraverso il proprio router”, afferma Ulrich Grote, Presidente del CdA di ULE Alliance.

Tra le maggiori preoccupazioni degli operatori Internet italiani figurano non solo il non poter più vincolare l’utente all’uso del proprio router per la fruizione dei servizi erogati (Internet, telefonia, e/o TV), dispositivi nei quali l’operatore ha investito risorse per anni, ma anche la potenziale miriade di chiamate al servizio di assistenza tecnica inerenti problematiche con router di terze parti. Secondo la VTKE (Associazione tedesca dei produttori di terminali per le telecomunicazioni) questo secondo timore non si è concretizzato in Germania, nonostante nel frattempo la quota di utenti che oggi si avvale ancora dei router del provider sia scesa notevolmente. La cosa non meraviglia. In Germania come in Italia, i router dei provider risultano fin troppo spesso molto meno performanti e versatili di quanto proposto sul libero mercato dai numerosi produttori di dispositivi di rete. Chi desidera dotarsi di una rete domestica allo stato dell’arte e soprattutto a tutelare la propria privacy lo fa acquistando un router di terzi.

La fidelizzazione della clientela passa dalla Smart Home

Un esempio di best practice in termini di nuove strategie di mercato implementate dagli operatori a livello internazionale è sicuramente Deutsche Telekom, che ha scelto la strada della smart home e dell’interoperabilità per fidelizzare la propria clientela.

Sull’onda della migrazione a “All-IP”, avviata prima dell’entrata in vigore della libera scelta del router, il provider ha i sostituito in massa i vecchi dispositivi Speedport che non supportavano la telefonia VoIP con nuovi dispositivi dotati anche di stazione base DECT e quindi automaticamente dei chipset e del software di nuova generazione per integrare sensori e attuatori smart propri e di terzi basati sul protocollo ULE e HAN FUN. Un “upgrade” di impatto ridottissimo, ma decisivo per Deutsche Telekom anche in termini di time to market. Se non avesse optato per DECT ULE al fine di offrire ai propri utenti un accesso semplificato alla smart home, il provider avrebbe infatti dovuto scegliere innanzitutto su che cavallo puntare (ZigBee, Homematic, KNX o RWE con Lemonbeat oppure attendere una soluzione decente da parte di Google o Apple), quindi avrebbe dovuto acquistare e implementare uno o più standard, con un costo di cinque euro a terminale per singolo protocollo, hardware e licenze, oltre ai costi di sviluppo per l’integrazione dei protocolli nei propri router. Un investimento improbo considerando i milioni di router Speedport installati presso gli utenti.

L’obiettivo di Deutsche Telekom era diversificarsi e fidelizzare la propria clientela al proprio router garantendo la “libera scelta”. L’ha fatto assicurando ai propri clienti la fruibilità di dispositivi domotici in ambiente casalingo in modo tanto facile quanto collegare un telefono cordless alla stazione base. Lo standard DECT ULE con la sua evoluzione HAN FUN si è rivelato il mezzo più idoneo per raggiungere il risultato. “In fin dei conti” afferma Dirk Böttger, VP Connected Devices di Deutsche Telekom, “il cliente non si interessa di standard e protocolli ma desidera avvalersi concretamente e il più semplicemente possibile di soluzioni smart home. Il bello di ULE è che ogni cliente Speedport è abilitato in automatico alla fruizione di tali servizi, sicuri grazie alle frequenze DECT cifrate, senza dispendio alcuno”. Non solo. Con il nome di “Magenta Smart Home” Deutsche Telekom ha introdotto sul mercato un ampio portafoglio di prodotti smart certificati ULE e interoperabili con router di terzi (p.es. i FRITZ!Box di AVM), dispositivi che il provider commercializza non solo autonomamente (attualmente offre ai nuovi clienti “smart” diversi prodotti gratuitamente) ma anche attraverso noti rivenditori, tra cui Amazon. “In questo modo i nostri prodotti raggiungono da un lato anche utenti che non si avvalgono del nostro router, dall’altro riusciamo a motivare gli utenti a ‘tornare’ al router Speedport per godere dei benefici della domotica”, conclude Böttger. Uno scenario del tutto applicabile anche in Italia e foriero di un’innovazione inattesa nell’ambito del connubio pratico tra connettività Internet e domotica.

Prodotti DECT ULE già presenti in Italia

L’adozione della tecnologia DECT ULE per la smart home rappresenta un vantaggio competitivo non indifferente per i provider. Grazie a tale standard, l’interoperabilità e la gestione intuitiva delle singole componenti domotiche sono una garanzia.

Diverse le aziende che investono nello sviluppo di prodotti DECT ULE (Ultra-Low-Energy). Il primo prodotto lanciato sul mercato di massa in Italia è stato FRITZ!DECT 200, la presa intelligente di AVM. Anche Gigaset poco dopo ha introdotto la serie di sistemi di allarme Gigaset elements (compatibili anche con la soluzione di illuminazione Philips Hue), mentre Panasonic, oltre a una varia gamma di prodotti per il monitoraggio ambientale basati su DECT ULE, offre servizi aggiuntivi.

Negli Stati Uniti la VTech, nota azienda operante nel settore dei terminali per la telefonia, commercializza un citofono con videocamera basato su protocollo ULE. Gli utenti possono rispondere al citofono o aprire la porta premendo un semplice tasto del proprio telefono cordless domestico.

Le possibilità di applicazione dei protocolli DECT ULE e HAN FUN sono infinite e i costi per la loro implementazione nei router domestici assolutamente irrisori. I benefici sono molteplici per gli operatori come per i produttori di CPE disponibili sul libero mercato, ma a beneficiarne maggiormente sono quegli utenti che percepiscono la portata della libera scelta del router e chiedono al proprio operatore di “aggiornarsi” rendendo fruibili servizi e prodotti che fanno davvero la differenza.


ULE Alliance

La ULE Alliance, con sede in Svizzera, promuove da tempo l’adozione dello standard DECT ULE e conta già su numerosi produttori di chip, dispositivi domotici e operatori internet in tutto il mondo. Tra i membri attuali della ULE Alliance figurano tra gli altri Aastra, AVM, Crow, Dialog Semiconductor, DSP Group, DT, Cisco, Ericsson, Gigaset, Huawei, Intel, Netgear, Ooma NEC, Panasonic, Sercomm, SGW Global, Quby, VTech, Zyxel. Per ulteriori informazioni: http://www.ulealliance.org