Clamoroso: Sgarbi parla di Spoleto Arte, il suo laboratorio sull’arte contemporanea

1. “Spoleto Arte incontra Venezia”: come nasce l’idea di coniugare questi due poli?
L’idea di coniugare simbolicamente due poli centrali, per la diffusione dell’arte e della cultura, come sono Spoleto e Venezia, nasce con la mostra di “Spoleto Arte” considerata un osservatorio sull’arte contemporanea e si rinnova con “Spoleto Arte incontra Venezia” con un approfondimento dell’indagine sullo stato dell’arte in Italia. Salvo Nugnes, ha voluto unire Spoleto e Venezia, città di antica storia e cultura, per ospitare, dare forza e importanza all’arte contemporanea.
2. Cos’ha di diverso questa mostra e a chi è rivolta?
La mostra si rivolge a un bacino eterogeneo di pubblico. Come a Spoleto, anche a Venezia vengono esposte opere di artisti contemporanei sia di nomi già affermati sia , emergenti, all’insegna della libertà creativa e della libera espressione. Io andrò a prendere atto dell’offerta e farò le mie valutazioni.
3. L’esposizione si terrà presso il secolare Palazzo Giustinian Faccanon a Venezia. Come ha scelto questa location?
Il palazzo ospitante gode di ottima fama, essendo stato la prima sede ufficiale del gazzettino. È un luogo di lunga tradizione, un contesto bellissimo, che merita di essere valorizzato. Chiunque può sentirsi onorato di esporre in questo luogo.
4. Sia Venezia che Spoleto sono luoghi di grande fascino. Lei cosa ama di queste città?
Spoleto e Venezia, due città sempre pronte ad accogliere nuovi stimoli, sono ora avvicinate in un progetto concorde: da palazzo Leti Sansi a palazzo Giustinian Faccanon. A Venezia, c’è una particolare attenzione per l’arte contemporanea, quindi il pubblico e il privato si incrociano e non esiste una distinzione tra luogo pubblico e privato, come accade invece in altri contesti.
5. Pensa che l’arte sia bistrattata in un paese come il nostro, che detiene un vasto patrimonio artistico? Nelle scuole viene dato poco spazio alla storia dell’arte. Cosa ne pensa?
La storia dell’arte e l’arte in generale viene poco considerata in ambito scolastico, perché non rientra nelle discipline ideali legate allo spirito, portando con se’ le reminiscenze e gli strascichi di materialità che ha insiti dentro.
6. Oltre che poco inclini all’arte in generale, gli italiani leggono poco. Perché?
A scuola si è obbligati a leggere e a studiare, perché si viene interrogati, mentre quando si è liberi di scegliere e di decidere, bisogna saper trovare i testi più giusti, che possano risvegliare l’interesse e la curiosità.
7. Quale sarebbe, secondo lei, il modo migliore per avvicinare i giovani all’arte?
I giovani e le nuove generazioni, andrebbero coinvolti con attività culturali e artistiche stimolanti, portandoli a mostre, spettacoli, iniziative, eventi che possano fare da traino all’arte e alla cultura. Le mostre mercato e le fiere dell’arte, dimostrano quanto si è trovato nel passato, che viene recuperato e valorizzato ai giorni nostri. Anche la mia mostra ad Osimo e il mio spettacolo sul Caravaggio, possono essere adatti per coinvolgere e avvicinare le nuove generazioni.
8. Si dice che l’artista lavori più per gloria che per denaro. E’ vero?
E’ un dato di fatto dimostrato, che gli artisti che diventano ricchi vengono guardati con aria di sospetto. In linea generale, l’artista preferisce di gran lunga la fama e la gloria al denaro, perché vuole distinguersi per le sue capacità e per il talento e diventare importante, piuttosto che ricco.
9. Ci racconta il suo rapporto con la tv?
Mi sono avvicinato alla tv quando venne messo in onda un ciclo di film dedicato a Buster Keaton. Da lì in avanti non ho più seguito niente in tv e adesso ho ripreso guardando “Grande Fratello Vip” perché partecipa la Casalegno che in passato era mia e adesso non lo è più…tra i film di Keaton e Grande Fratello Vip c’è uno spartiacque cronologico lungo in mezzo, in cui non mi ha interessato vedere niente.
10. Lei ha un carattere piuttosto particolare, qualcuno lo definirebbe fumantino. Cosa la fa arrabbiare?
Mi fanno arrabbiare le interviste di vero…risata ironica di battuta…porti i miei saluti a Spadoni, direttore del Vero e del Veritiero.